Conclusi gli esercizi spirituali della Curia

Il Papa al predicatore: «Grazie a nome di tutti per averci ricordato che la Chiesa non è una gabbia per lo Spirito e per la chiamata ad aprirci senza paure alla sua azione. Continui a pregare per noi»

Si sono conclusi questa mattina, 23 febbraio, gli esercizi spirituali del Papa e della Curia romana ad Ariccia con  don José Tolentino de Mendonça, vice rettore dell’Università Cattolica di Lisbona e consultore del Pontificio Consiglio della cultura. «Padre, vorrei ringraziare, a nome di tutti, per questo accompagnamento in questi giorni, che oggi si prolungheranno con la giornata di digiuno e preghiera per il Sud Sudan, il Congo e anche la Siria», ha detto Francesco rivolgendosi direttamente al predicatore al termine del ciclo di esercizi.

Nelle parole di congedo del Papa anche il grazie «per averci parlato della Chiesa, per averci fatto sentire la Chiesa, questo piccolo gregge. E anche per averci ammonito a non “rimpicciolirlo” con le nostre mondanità burocratiche!». Ancora: «Grazie per averci ricordato che la Chiesa non è una gabbia per lo Spirito Santo, che lo Spirito vola anche fuori e lavora fuori. E con le citazioni e le cose che lei ci ha detto, ci ha fatto vedere come lavora nei non credenti, nei “pagani”, nelle persone di altre confessioni religiose: è universale, è lo Spirito di Dio, che è per tutti».

Anche oggi, ha sottolineato il pontefice, «ci sono dei “Cornelio”, dei “centurioni”, dei “guardiani del carcere di Pietro” che vivono una ricerca interiore o anche sanno distinguere quando c’è qualcosa che chiama. Grazie per questa chiamata ad aprirci senza paure, senza rigidità, per essere morbidi nello Spirito e non mummificati nelle nostre strutture che ci chiudono. Grazie, padre». In conclusione, una richiesta: «Continui a pregare per noi. Come diceva la madre superiora alle suore: “Siamo uomini!”, peccatori, tutti. Grazie, padre».

23 febbraio 2018