Con WeBeach, una schiacciata contro i pregiudizi

Sulla spiaggia Tiberis il progetto “Oltre la rete”, promosso dalla scuola di beach volley, con i campioni di serie A. Lorenzo Sperotto: «Orgogliosi di essere qui»

La voglia di andare oltre. Oltre le disabilità, oltre le difficoltà. “Oltre la rete”, come il nome del progetto promosso dalla scuola di beach volley “WeBeach”, che si pone l’intento di avvicinare allo sport le persone con disabilità e che sabato 12 ottobre ha organizzato una giornata di gioco a “Tiberis”, la spiaggia lungo le sponde del Tevere, in zona Marconi. Si sono sfidati sulla spiaggia alcuni allievi della scuola “WeBeach”, ragazzi con disabilità intellettive e i campioni di serie A della Roma Volley. «Siamo nati da poco e una volta al mese facciamo eventi di questo tipo, aperti a tutti», racconta Salvatore Pezzuto, presidente di WeBeach. Inoltre, spiega, «abbiamo in programma una formazione settimanale per questi ragazzi, che inizierà non appena apriremo dei nostri campi al coperto». La parola chiave dell’intera giornata è stata “integrazione”, perché  afferma ancora Pezzuto, «tutti scendono in campo indistintamente. Questo è molto importante per far passare un messaggio di inclusione, andando oltre i pregiudizi».

La neonata associazione conta un centinaio di persone, tra atleti, staff e un network di cooperative «che ci seguono e partecipano ben volentieri alle nostre giornate». All’evento, patrocinato dall’Ufficio Speciale Tevere di Roma Capitale e con la collaborazione della GS Flames Gold, hanno infatti preso parte alcune associazioni come Meta, la Lanterna di Diogene, Cotrad e Fight Back. «Siamo qui per dare ai ragazzi l’opportunità di praticare uno sport diverso da quelli più tradizionali», spiega Marylene Scutti, della onlus Meta. «C’è un grande impegno per farli lavorare in squadra e trasmettere loro i valori dello sport, della sana competizione e ovviamente farli divertire».

Una passione condivisa da tutti i ragazzi presenti a Tiberis. «È bello essere qui perché ci divertiamo sempre molto», racconta Luca. E aggiunge: «Conosco quasi tutti, anche i giocatori di serie A che sono venuti altre volte». La presenza della Roma Volley maschile è infatti stata costante in queste giornate, così come «l’emozione che si prova ogni volta a stare con questi ragazzi», racconta il palleggiatore Lorenzo Sperotto. «Siamo orgogliosi di essere qui. Insegnare e dare qualche consiglio – aggiunge – ti fa toccare con mano i valori dello sport». L’evento di We Beach è emblematico per «l’entusiasmo che questi ragazzi ci mettono sapendo di dover giocare tutti insieme, con carica e motivazione – sottolinea Enrico Zappoli, schiacciatore della Roma Volley -. Lo sport, soprattutto in questi ambiti, è la cosa più importante perché fin da piccoli permette l’aggregazione, aiuta a conoscere nuove persone e migliorare le capacità di relazionarsi».

Proprio la possibilità di fare rete non sempre è facile quando si parla di disabilità, spiega Susanna Casubolo, psicologa dello sport e psicoterapeuta che affianca WeBeach. «Ci siamo resi conto che spesso chi ha difficoltà intellettive è poco seguito, soprattutto nell’avvicinamento al beach volley. Per questo è molto importante – sottolinea – avere persone competenti che possano seguire al meglio i ragazzi, allenarli, farli sentire a loro agio, come fanno i coach». Dunque come fa Sandro Cordovana, in passato pluricampione d’Italia di beach volley e adesso allenatore. «Questi ragazzi – racconta – hanno una grande opportunità perché possono crescere molto, non solo fisicamente ma anche umanamente. Il nostro imperativo – afferma – è sempre quello di divertirci e di stare insieme, tanto con gli atleti quanto con chi gioca per la prima volta e speriamo che con il progetto di allenarci settimanalmente si riuscirà a far avvicinare a questo mondo sempre più persone, in particolare giovani».

14 ottobre 2019