Con “Protect” screening medici per rifugiati e migranti

Finanziati da Ue e Viminale con l’impegno del Policlinico Umberto I, partnership con Inail e Sapienza e con 53 associazioni. All’Acse oltre un terzo degli interventi

Sono oltre 2.100 gli screening medici che da marzo 2019 ad oggi sono stati garantiti a rifugiati e migranti nell’ambito del progetto “Protect”, relativo alle patologie del distretto testa-collo (odontoiatrico, oftalmologico, otorinolaringoiatrico e maxillo-facciale) e che ha la finalità di sperimentare un modello di interventi sanitari di prossimità mediante unita mobili. Cofinanziate da Unione europea e ministero dell’Interno, le attività di prevenzione e cura vedono il coinvolgimento dell’Azienda ospedaliera-universitaria Policlinico Umberto I, in partenariato con Inail e Università La Sapienza, oltre a quello di 53 associazioni di volontariato attive a Roma e nel Lazio.

Più di un terzo degli interventi – oltre 700 – si sono svolti nell’ambulatorio odontoiatrico dell’Acse, l’associazione comboniana a servizio di emigrati e profughi attiva dal 1969. «Nato per la cura dei minori – spiega Mauro Capocci, coordinatore clinico dell’Acse -, il progetto, che si concluderà a settembre, ha preso via via in carico anche gli adulti, alla luce delle tante richieste di interi nuclei familiari e delle effettive necessità». Il medico riferisce come «dopo un’iniziale diffidenza, i pazienti, che arrivano da diversi Paesi dell’Africa ma anche dall’Asia e dal Medio Oriente, dimostrano fiducia e gratitudine, consapevoli di poter usufruire in modo privilegiato di cure che, ricorrendo al Sistema sanitario nazionale, richiederebbero tempi di attesa lunghi, oltre che un pagamento». Dopo gli screening, per ciascun paziente «viene stilata una cartella medica dedicata – spiega – e, in base all’urgenza, vengono pianificati gli appuntamenti futuri».

2 febbraio 2021