Comunità di Sant’Egidio: Insufficienti i ricoveri notturni per i senza dimora

Appello al Comune dopo la morte in strada di due uomini in sole tre settimane. Ormai è «emergenza ordinaria»: urgenti nuove strutture per l’accoglienza. L’obiettivo: rendere la città «più vivibile per tutti, a partire dai più poveri»

Il Comune di Roma renda disponibili «rapidamente» nuove strutture di accoglienza notturna «per evitare ulteriori tragedie sulla strada e rendere la città più vivibile per tutti, a partire dai più poveri». La richiesta arriva dalla Comunità di Sant’Egidio, a pochi giorni dalla morte di Karim, 30 anni, tunisino, avvenuta davanti alla chiesa del Sacro Cuore, in via Marsala, proprio di fronte alla stazione Termine, nella notte tra venerdì 16 e sabato 17 gennaio. Solo tre settimane prima all’Esquilino era stato trovato senza vita un altro uomo, Gregorio, polacco: era la mattina del 30 dicembre.

«Quando, a fine dicembre, a Roma la temperatura andò sotto zero, l’amministrazione capitolina decise di mettere a disposizione dei senza fissa dimora nuovi posti letto per la notte – dichiarano dalla Comunità in una nota -. Non risultano finora progressi significativi nell’ospitalità. Anzi, al momento si registra una disponibilità inferiore rispetto all’anno scorso e comunque del tutto insufficiente a rispondere al bisogno». L’invito è quindi a superare l’ennesimo ritardo nell’affrontare quella che dalla Comunità trasteverina definiscono «un’emergenza ordinaria».

20 gennaio 2015