Compito della sentinella: fissare lo sguardo sull’orizzonte

Nella basilica lateranense la Messa presieduta dal cardinale De Donatis per i sacerdoti e il diacono defunti durante l'anno. «Hanno testimoniato la pazienza e la vigilanza»

Vigili sentinelle che con pazienza hanno vissuto in preghiera, attendendo di incontrare il volto misericordioso del Signore. Così il cardinale vicario Angelo De Donatis ha ricordato i presbiteri e il diacono della diocesi di Roma deceduti nel corso dell’anno. Nel mese di novembre, tradizionalmente legato alla commemorazione dei defunti, il porporato ha celebrato ieri sera, giovedì 28, una Messa nella basilica di San Giovanni in Laterano per ricordare i sacerdoti deceduti nel 2019. Concelebranti i membri del Capitolo lateranense, insieme al vicario dell’arciprete della cattedrale Luca Brandolini, al vescovo ausiliare del settore Sud Gianrico Ruzza e al segretario generale del Vicariato don Pierangelo Pedretti.

Durante la preghiera dei fedeli sono stati letti i nomi degli 11 cardinali, dei 4 vescovi, dei 18 sacerdoti e del diacono che quest’anno hanno vissuto «il loro esodo, la loro Pasqua». L’ultima settimana dell’anno liturgico, la liturgia propone le pagine dei Vangeli in cui Gesù consegna ai suoi discepoli il discorso escatologico, quello che riguarda gli ultimi tempi. Davanti alle immagini sconvolgenti proposte da Cristo, ha spiegato il cardinale vicario, chi ha vissuto «la superficie degli avvenimenti, senza concentrarsi sull’essenziale, prova angoscia e paura – le parole del porporato -; chi invece giorno dopo giorno, nella pazienza e nella fatica, cerca di mettere la sua vita nel mistero di morte e di risurrezione di Gesù, chi la mette nell’amore per Dio e per i fratelli, guarda a questo momento come attesa desiderata».

Come disporsi di fronte al discorso di Gesù? Verso quale meta si sta procedendo? Per il vicario sono questi gli interrogativi che si pone il fedele ascoltando le pagine dei Vangeli che parlano degli ultimi tempi, «domande che possono rimanere soffocate dalle paure – ha affermato -. Ma i segni di rovina e di distruzione che sembrano togliere ogni speranza, per noi sono paradossalmente l’annuncio di un’alba nuova, di una realtà nuova. Compito della sentinella e di ogni fedele è quello di fissare lo sguardo sull’orizzonte per scorgere il tempo nuovo che si avvicina. Dobbiamo fissare l’occhio sul Signore». L’uomo è tentato a credere che ogni situazione abbia un suo inizio e una sua fine ma Gesù insegna che la storia va letta «dall’evento finale, dalla sua venuta, che darà pieno compimento alla storia di ognuno – ha detto il cardinale -. La storia non cammina verso la fine ma sta andando verso la pienezza dell’incontro tra Dio, che chiama l’uomo alla comunione, e l’uomo, che fatica ad accogliere questa chiamata».

I presbiteri defunti durante l’anno «hanno vissuto come sentinelle – ha quindi rimarcato De Donatis -. La sentinella nella sua umiltà rimane in piedi e attende il sorgere della luce, attende di incontrare il volto di misericordia del suo Signore». Durante la loro vita i sacerdoti deceduti hanno testimoniato due atteggiamenti propri della sentinella: «La pazienza, senza la quale il desiderio di un incontro non matura e non si radica nel nostro cuore, e la vigilanza. Hanno vissuto la preghiera che intesse nel nostro cuore il misterioso dialogo con Colui che vogliamo incontrare».

29 novembre 2019