Commissione Ue: verso una ripresa del Pil, ma «le guerre aumentano l’incertezza»

Illustrate le Previsioni economiche di primavera. Crescita trainata dai consumi. Dombrovskis: «Panorama mondiale carico di rischi». I consigli agli Stati membri

Illustrate oggi, 15 maggio, a Bruxelles dal commissario Paolo Gentiloni le Previsioni economiche di primavera della Commissione europea. «Dopo la generale stagnazione economica del 2023, una crescita migliore del previsto all’inizio del 2024 e l’attuale calo dell’inflazione hanno preparato il terreno per una graduale espansione dell’attività nel periodo oggetto delle previsioni», si legge nella nota che accompagna le Previsioni.

La stima è che nel 2024 la crescita del Pil si attesterà all’1,0% nell’Ue e allo 0,8% nella zona euro. Nel 2025 il Pil accelererà fino all’1,6% nell’Unione e all’1,4% nella zona euro. A livello dell’Ue27, si prospetta un calo dell’inflazione dal 6,4% del 2023 al 2,7% nel 2024, per poi arrivare al 2,2% nel 2025. Nella zona euro è prevista una riduzione dal 5,4% del 2023 al 2,5% nel 2024 e al 2,1% nel 2025.

«L’economia dell’Unione europea ha registrato una forte ripresa nel primo trimestre» di quest’anno, il che indica «che siamo usciti dalla fase critica dopo un 2023 molto impegnativo – sono le parole di Gentiloni -. Ci aspettiamo una graduale accelerazione della crescita nel corso di quest’anno e del prossimo, in quanto i consumi privati sono sostenuti dal calo dell’inflazione, dalla ripresa del potere d’acquisto e dal perdurare della crescita dell’occupazione».

In questo quadro, i disavanzi pubblici dovrebbero «gradatamente diminuire con la revoca di quasi tutte le misure di sostegno connesse all’energia – è la tesi del commissario europeo -, ma si prevede un leggero aumento del debito pubblico il prossimo anno, il che indica la necessità di risanare i bilanci tutelando nel contempo gli investimenti». In ogni caso, «le nostre previsioni rimangono soggette a un’elevata incertezza e, con due guerre che continuano a imperversare non lontano da casa, sono aumentati i rischi di revisione al ribasso».

L’orizzonte, comunque, è quello di una espansione generalizzata, e della fine della prolungata stagnazione. Per quest’anno e per il prossimo, stando alla Previsioni di primavera, «la crescita economica sarà in larga misura trainata da una costante espansione dei consumi privati, poiché il protrarsi della crescita dei salari reali e dell’occupazione sostiene l’aumento del reddito disponibile reale. Una forte propensione al risparmio, tuttavia, sta ancora in parte frenando i consumi privati».

Al contrario, sembra attenuarsi la crescita degli investimenti. «Nel contesto di un’economia globale resiliente, la crescita degli scambi commerciali sosterrà le esportazioni dell’Ue ma, con la ripresa della domanda interna nell’Unione, il contributo positivo delle esportazioni alla crescita sarà in gran parte compensato da un’accelerazione delle importazioni». Nel frattempo l’inflazione «ha continuato a diminuire in modo netto rispetto al picco del 10,6% (su base annua) registrato nell’ottobre 2022 nella zona euro. Si stima che nell’aprile di quest’anno abbia raggiunto il 2,4%, il livello più basso da due anni». E, secondo le proiezioni, l’inflazione continuerà a diminuire.

Nota positiva per quanto riguarda l’occupazione. «Nonostante il rallentamento dell’attività, l’economia dell’Ue ha creato più di due milioni di posti di lavoro nel 2023 e i tassi di attività e di occupazione delle persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni hanno raggiunto i nuovi livelli record rispettivamente dell’80,1% e del 75,5% nell’ultimo trimestre dell’anno». A marzo il tasso di disoccupazione nell’Ue si collocava al minimo storico del 6,0%. «Questa solidità del mercato del lavoro dipende sia dalla forte offerta di lavoro, sostenuta tra l’altro dalla migrazione, sia dalla forte domanda di lavoro».

Ancora, nelle Previsioni si osserva che «dopo una consistente riduzione nel 2021 e nel 2022, il calo del disavanzo pubblico dell’Ue ha subito una battuta d’arresto nel 2023 con l’indebolimento dell’attività economica». Ricomincerà nel 2024 (3,0%) e nel 2025 (2,9%), «sospinto in particolare dall’eliminazione graduale delle misure di sostegno connesse all’energia».

Il rapporto debito/Pil nell’Ue dovrebbe stabilizzarsi quest’anno all’82,9%, per poi aumentare di circa 0,4 punti percentuali nel 2025. Oltre ai dati numerici, la Commissione rilascia una serie di commenti al quadro economico continentale. «Negli ultimi mesi – si legge ancora nelle Previsioni – è cresciuta l’incertezza, unitamente ai rischi di revisione al ribasso per le prospettive economiche, principalmente a causa del protrarsi della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e del conflitto in Medio Oriente. Continuano a rappresentare un rischio anche le generali tensioni geopolitiche».

Nel dettaglio, il persistere dell’inflazione negli Stati Uniti «potrebbe comportare ulteriori ritardi nella riduzione dei tassi negli Usa e non solo, determinando una moderato inasprimento delle condizioni di finanziamento a livello mondiale». Altri dubbi sono legati a specifiche misure di risanamento nei bilanci 2025 di alcuni Stati, tali da frenare la crescita economica. Allo stesso tempo, una minore propensione al risparmio potrebbe stimolare la crescita dei consumi, mentre gli investimenti nell’edilizia residenziale potrebbero riprendere più rapidamente. «Sulle prospettive pesano sempre più i rischi associati ai cambiamenti climatici».

Per Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione europea, «l’economia dell’Unione europea si è mantenuta stabile di fronte a sfide eccezionali nel corso degli ultimi anni e possiamo ora aspettarci un ritorno a tassi di crescita contenuti, con un ulteriore aumento nel 2025. I mercati del lavoro continuano a dimostrare una buona capacità di tenuta – sono ancora le sue parole -, con tassi di occupazione elevati e consumi privati in aumento. Il panorama mondiale rimane però carico di rischi per l’Ue, con tensioni geopolitiche crescenti e persistenti».

Un contesto «volatile», nel quale è «fondamentale», per Dombrovskis, utilizzare «tutte le leve disponibili per rafforzare la nostra resilienza e competitività». In primo luogo, per il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, gli Stati membri «dovrebbero concentrarsi su riforme e investimenti sostenibili che stimolino la crescita, associati a politiche di bilancio più prudenti, con l’obiettivo di ridurre gli elevati rapporti debito/Pil. In secondo luogo, dobbiamo mettere in campo ogni azione possibile per stimolare gli investimenti. NextGenerationEu sta già svolgendo un ruolo importante, ma possiamo fare molto di meglio per stimolare gli investimenti privati: eliminare le barriere transfrontaliere e completare l’Unione dei mercati dei capitali rimangono essenziali». In terzo luogo, «dobbiamo continuare a trarre vantaggio dal nostro modello di commercio aperto, anche concludendo accordi commerciali con partner fidati».

15 maggio 2024