Commissione Ue: «Recessione evitata»

A illustrarle, a Bruxelles, il commissario Gentiloni. In Italia rallenta la crescita del Pil; inflazione in calo e debito pubblico al 140%. Il vicepresidente Dombrovskis: «L’economia europea regge alla guerra in Ucraina. Molti fattori di rischio»

Illustrate oggi, 15 maggio, a Bruxelles dal commissario Paolo Gentiloni le Previsioni economiche di primavera. Un bilancio positivo per l’economia europea, che «continua a mostrare resilienza in un contesto globale difficile», si legge nel documento, che illustra «una crescita moderata nel primo trimestre del 2023», dovuta soprattutto ai prezzi dell’energia più bassi e a un forte mercato del lavoro, che hanno «dissipato i timori di una recessione». E questo inizio d’anno «migliore del previsto innalza le prospettive di crescita per l’economia dell’Ue all’1,0% nel 2023 (0,8% nelle previsioni intermedie invernali) e all’1,7% nel 2024 (1,6% in inverno)». Le revisioni al rialzo per l’area dell’euro sono di entità simile, con una crescita del Pil ora prevista rispettivamente all’1,1% e all’1,6% nel 2023 e nel 2024. Per l’inflazione i dati sono al 5,8% nel 2023 e al 2,8% nel 2024 nell’area dell’euro.

Nelle parole di Gentiloni, «l’economia europea è in condizioni migliori di quanto previsto lo scorso autunno. Grazie agli sforzi determinati per rafforzare la nostra sicurezza energetica, un mercato del lavoro notevolmente resiliente e l’allentamento dei vincoli di offerta, abbiamo evitato una recessione invernale e siamo pronti per una crescita moderata quest’anno e il prossimo». Dall’altra parte, «l’inflazione si è dimostrata più vischiosa del previsto, ma si prevede che diminuirà gradualmente nel resto del 2023 e nel 2024. E il miglioramento delle finanze pubbliche dovrebbe continuare con il progressivo ritiro delle misure di sostegno all’energia». Tuttavia, sottolinea ancora il commissario, «i rischi rimangono notevoli e la brutale invasione dell’Ucraina da parte della Russia continua a gettare un’ombra di incertezza sulle prospettive. Dobbiamo rimanere vigili ed essere pronti a rispondere a eventuali shock futuri con la stessa unità e determinazione che ci hanno accompagnato in questi ultimi tre anni burrascosi», il monito.

L’economia, insomma, « è riuscita a contenere l’impatto negativo della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, resistendo alla crisi energetica grazie a una rapida diversificazione dell’offerta e a un consistente calo dei consumi di gas. I prezzi dell’energia nettamente più bassi si stanno facendo strada nell’economia, riducendo i costi di produzione delle imprese. Anche i consumatori stanno vedendo calare le loro bollette energetiche, sebbene i consumi privati siano destinati a rimanere contenuti poiché la crescita dei salari è in ritardo rispetto all’inflazione», si legge ancora nel documento. E ancora: «Secondo la stima flash preliminare di Eurostat, nel primo trimestre del 2023 il Pil è cresciuto dello 0,3% nell’Ue e dello 0,1% nell’area dell’euro. Gli indicatori anticipatori suggeriscono una crescita continua nel secondo trimestre». Poiché però l’inflazione rimane elevata, le condizioni di finanziamento «sono destinate a irrigidirsi ulteriormente», il che significa rallentamento degli investimenti. «Solido» il mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione dell’Ue che «ha toccato un nuovo minimo storico del 6,0% nel marzo 2023». La crescita dell’occupazione è prevista allo 0,5% quest’anno, prima di scendere allo 0,4% nel 2024. Il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere appena sopra il 6%.

Per quanto riguarda l’Italia, «si prevede che la crescita del Pil reale rallenti all’1,2% nel 2023 e all’1,1% nel 2024, poiché i prezzi più elevati frenano i consumi privati mentre gli investimenti, sostenuti dalle misure del governo, continuano a espandersi vigorosamente». Il tasso di inflazione dovrebbe moderarsi al 6,1% quest’anno, grazie al calo dei prezzi dell’energia, e scendere ulteriormente al 2,9% nel 2024. Le famiglie, nel biennio 2021 – 2022, «hanno risparmiato meno, ma hanno continuato a consumare e investire a un ritmo sostenuto, grazie ai risparmi accumulati negli anni precedenti, ai crediti d’imposta per l’efficienza energetica dell’abitazione e ad altre misure di sostegno del governo». Ci si aspetta che «le aziende utilizzino i profitti per finanziare nuovi investimenti, contrastando così gli effetti negativi di tassi di interesse più elevati e condizioni di prestito più restrittive».

Relativamente ai nuovi contratti di lavoro, quelli a tempo indeterminato sono aumentati «più rapidamente» di quelli a tempo determinato «nel 2022 e all’inizio del 2023». Ciò preannuncerebbe «un’ulteriore crescita dell’occupazione, anche se si prevede ancora che l’occupazione aumenti meno rapidamente del Pil. La crescita salariale dovrebbe aumentare leggermente, dopo i rinnovi contrattuali contenuti nel 2022». La Commissione osserva, ancora, che nel nostro Paese «il disavanzo pubblico continuerà a diminuire, mentre il ritmo della riduzione del debito pubblico dovrebbe rallentare». Nel 2022 il disavanzo pubblico, segnalano, «è sceso all’8,0% del Pil, dal 9,0% del 2021. Nel 2023 il disavanzo dovrebbe scendere al 4,5% del Pil, sulla scia della parziale eliminazione delle misure di sostegno all’energia». Il rapporto debito/Pil dell’Italia dovrebbe scendere al 140,3% entro il 2024.

Per il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis,«l’economia dell’Unione europea sta reggendo molto bene di fronte all’aggressione della Russia contro l’Ucraina, portando a un miglioramento delle previsioni di crescita per il 2023. Stiamo anche assistendo a un forte mercato del lavoro e a una disoccupazione ai minimi storici. Con i prezzi dell’energia chiaramente in calo, i governi dovrebbero essere in grado di eliminare gradualmente le misure di sostegno e ridurre il loro onere debitorio – riflette -. Tuttavia, ci sono molti fattori di rischio che dobbiamo tenere d’occhio. L’inflazione rimane costantemente elevata, il che potrebbe erodere il potere d’acquisto delle persone, rallentare la crescita degli investimenti e impedire l’accesso al credito. Per tenere sotto controllo l’inflazione, è fondamentale assicurarsi che la politica fiscale rimanga prudente, mantenendo lo slancio delle riforme e degli investimenti».

Dal documento previsionale si evince, fra l’altro, che «un’inflazione di fondo più persistente potrebbe continuare a frenare il potere d’acquisto delle famiglie e imporre una risposta più forte della politica monetaria, con ampie implicazioni macrofinanziarie». Inoltre, «potrebbero sorgere nuove sfide per l’economia globale a seguito delle turbolenze del settore bancario o legate a più ampie tensioni geopolitiche». In positivo, invece, «andamenti più favorevoli dei prezzi dell’energia porterebbero a un calo più rapido dell’inflazione complessiva, con ricadute positive sulla domanda interna. Infine, c’è una persistente incertezza derivante dalla continua invasione dell’Ucraina da parte della Russia».

Per la prima volta, la pubblicazione della Commissione Ue comprende anche una panoramica delle caratteristiche strutturali economiche, dei risultati recenti e delle prospettive per Ucraina, Moldavia e Bosnia-Erzegovina, a cui il Consiglio ha concesso lo status di Paesi candidati all’adesione all’Unione europea.

15 maggio 2023