Colosseo “rosso” con Acs, «doveroso omaggio ai nostri martiri»

Paul Bhatti, fratello di Shahbaz, ucciso in Pakistan, don Luca Monti, fratello di Simona, vittima della strage di Dacca, e Maddalena Santoro, sorella di don Andrea, assassinato a Trabzon, commentano l’iniziativa del 24 febbraio

Un Colosseo rosso come il sangue dei martiri. Il prossimo 24 febbraio alle 18 la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre torna ad illuminare il monumento simbolo della “testimonianza” dei primi cristiani per ricordare il sacrificio di quanti, ancora oggi, donano la loro vita per la fede. Un evento mediatico che vedrà la partecipazione, tra gli altri, del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, del segretario generale della Cei Nunzio Galantino e del presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani.

Nel corso dell’evento, ampio spazio sarà dedicato a figure simbolo della persecuzione contemporanea contro i cristiani, i cui volti si alterneranno proiettati sulla facciata del Colosseo. Tra loro anche Shahbaz Bhatti, il ministro pachistano ucciso nel 2011, in prima linea in difesa di Asia Bibi e per la modifica della legge anti blasfemia che colpisce in Pakistan le minoranze religiose, di cui pochi giorni dopo, il 2 marzo, ricorrerà l’anniversario della morte. «Non possiamo restare in silenzio di fronte a queste persone coraggiose che hanno sacrificato la loro vita per la loro fede in Cristo e per gli altri», è il commento del fratello Paul, che sostiene l’iniziativa di Acs. «Mio fratello – ricorda – ha dato la vita non soltanto per i diritti dei cristiani ma per quelli di tutte le minoranze e perfino dei musulmani». E aggiunge: «È doveroso rendere omaggio ai nostri martiri attraverso eventi come questo e onorare la loro memoria».

“Costringere” il mondo a guardare alle tante persecuzioni contro i cristiani che si verificano ancora oggi in tante parti del mondo. Proprio questo, spiegano da Acs, è l’obiettivo dell’iniziativa del 24 febbraio, sostenuta anche da don Luca Monti, fratello di Simona, una delle vittime della strage avvenuta a Dacca, in Bangladesh, il 1° luglio 2016. «Il nostro ricordo di chi ha versato il sangue per la propria fede non deve essere passeggero ed emotivo, così come il mondo della comunicazione purtroppo vuole imporci – afferma – ma deve scuotere sempre la nostra coscienza e ricordarci costantemente che se la Chiesa è presente è grazie soprattutto al sangue dei martiri». Un sangue, osserva, che è «sinonimo di speranza e dal quale può nascere una primavera della Chiesa. Se noi oggi possiamo professare la nostra fede è anche per mezzo del sacrificio di questi martiri, che con il loro sangue hanno irrorato la coscienza della comunità internazionale».

L’eroicità dei martiri come pungolo per la «pallida fede occidentale». Per Maddalena Santoro, sorella di don Andrea, il parroco romano ucciso a Trabzon, in Turchia, il 5 febbraio 2006, sta qui il punto di forza della proposta di Acs. «Se mio fratello era preoccupato per i pochi cristiani rimasti in Turchia, che subiscono per giunta gravi limitazioni della loro fede – commenta -, ancor di più lo era per la mancanza di fede in Occidente. “Non sapete cosa vi state perdendo”, ci diceva ogni volta che tornava a casa».

L’appuntamento organizzato da Aiuto alla Chiesa che soffre è per sabato 24 febbraio alle 18 in Largo Gaetana Agnesi. Per maggiori informazioni acs-italia.org/colosseo.

16 febbraio 2018