“Coloriamo la pace” per la Siria

L’iniziativa benefica, organizzata dall’associazione “Aiulas”, si è svolta nel quartiere di Monteverde. Oltre 600mila i piccoli rifugiati, di cui il 70% non scolarizzati, migliaia gli orfani che vivono di elemosina

Scatoloni pieni di matite, quaderni, penne, colori, portati dai bambini per i bambini: è il risultato della iniziativa “Coloriamo la pace!”, giornata di raccolta di materiale scolastico per i bambini della Siria, che si è tenuta lo scorso sabato 15 novembre a Largo Oriani, nel cuore del quartiere Monteverde. Un momento di solidarietà e condivisione, organizzato dall’associazione “Aiulas – aiutiamo la Siria!”, onlus nata il 22 aprile scorso, in occasione del primo anniversario del rapimento Mar Gregorios Yohanna Ibrahim e Paul Yazigi, arcivescovi ortodossi di Aleppo.

Un’occasione per far conoscere l’impegno di un’associazione che – spiega il presidente Francesco Giovannelli – «punta a sostenere realtà che operano in loco, come l’ospedale italiano di Damasco, la comunità dei fratelli Maristi di Aleppo e quella dei gesuiti di Oms, con progetti piccoli da realizzare in tempi brevi. È un modo per far sentire loro che non sono soli e mantenere viva l’attenzione per la tragedia siriana». Una tragedia raccontata dai numeri: dall’inizio della guerra nel marzo 2011, circa 1/3 della popolazione siriana ha lasciato il paese, cercando rifugio all’estero o nei paesi limitrofi.

La situazione più drammatica è quella dei bambini: sono oltre 600.000 i piccoli rifugiati, di cui il 70% non scolarizzati, migliaia gli orfani che vivono di elemosina per la strada. «I materiali scolastici raccolti in “Coloriamo la pace”andranno ad sostenere l’impegno dell’associazione Annas Linnas, che lavora proprio per la scolarizzazione dei piccoli rifugiati in Libano – racconta Giovannelli -. Abbiamo cercato quindi di coinvolgere le scuole del territorio, e le famiglie della zona, perché è bello che i nostri figli sappiano che ci sono situazioni tremende, ma che possono aiutare un loro coetaneo lontano».

Tanti i bambini che, accompagnati dai genitori, hanno dato il loro contributo, come Paolo che fa la prima media, e tiene il conto degli scatoloni già chiusi, ed Elena, che ha portato colori, penne e quaderni nuovi: «Le sembrava normale il fatto che oggi, andando a fare la spesa avremmo preso anche qualcosa per altri bambini – ha spiegato il suo papà, Umberto –. Ha chiesto solo è come mai proprio la Siria: le ho spiegato che lì i bambini sono in difficoltà per la guerra, e che questo era un modo per aiutarli ad andare a scuola, proprio come fa lei tutti i giorni».

Entusiasta dell’iniziativa la professoressa Eugenia Schnider , e Dami e Debi, originarie di Damasco,   che arrivano a fine mattinata e non nascondono lo stupore: «Con la guerra, l’attenzione all’educazione dei bambini in Siria è diventato l’ultimo pensiero. – spiegano – Abbiamo saputo di questa iniziativa, e abbiamo portato qualcosa anche noi: ci ha stupito vedere tutta questa partecipazione, e tutti questi bambini,   è davvero bello».

Una festa di piazza, quindi, in una perfetta sinergia tra strutture, realtà di zona e istituzioni, che apre a nuove possibilità: «Puntiamo molto sulla collaborazione e condivisione con le scuole e con i genitori – spiega Ginevra Gasperini , presidente commissione scuola cultura e sport del XII municipio, che ha patrocinato l’iniziativa -: questo è il primo passo, ma può essere l’inizio di una collaborazione con Aiulas, puntando sulla partecipazione di un quartiere che risponde molto bene». Per informazioni e contributi: www.aiulas.org

 

17 novembre 2014