Colona, le “luci” del Perù e il mondo del lavoro

L’esperienza missionaria del diacono permanente morto a 79 anni: tra i poveri di Lima e al servizio della pastorale sociale diocesana. Funerali col vescovo Gervasi

È morto senza mai arrendersi al male che lo aveva colpito da anni. Giuseppe Colona domenica 19 dicembre era al ritiro dei diaconi permanenti. Appena otto giorni prima della morte. Ingegnere, 79 anni, sposato con due figli, Paolo ed Elisabetta, al servizio della parrocchia Santa Maria del Carmelo, dove saranno celebrati i funerali dal vescovo Gervasi nella mattina del 29 dicembre, Colona era “missionario” nel Dna, dai poveri del Perù alle “periferie” del mondo del lavoro romano, per il quale si era speso a lungo nella veste di collaboratore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale.

Alla sua esperienza missionaria in Perù, iniziata nel 2002 con la moglie Patrizia, Colona aveva dedicato due libretti: “Gli amici del Perù” e “Luci sul cammino”. «Un’esperienza bellissima – scrisse – per l’immediatezza delle relazioni, il calore delle persone incontrate e l’affettuoso fiorire di amicizie». Era nata da un’altra amicizia, quella con il giornalista Luigi Bencetti, anch’egli diacono permanente, partito nel 2001 con la moglie Isabella per l’estrema periferia nord di Lima. Colona rimase così coinvolto da tornarvi tutti gli anni fino al 2015. «Ciò che “attrae” di più è il rapporto con la gente», ci aveva detto anni fa.

Era un contesto segnato da un’estrema povertà ma anche da quelle “luci sul cammino”, legate alle “briciole di catechesi” del parroco di Lima, padre Antonio, di cui Colona aveva voluto fare memoria con uno dei suoi libretti per i confratelli diaconi e per gli amici. A quelle “luci” aveva contribuito egli stesso, e ne aveva accese con la sua testimonianza di diacono. Per gli “ultimi” di Lima e per i lavoratori della nostra città. Così lo ricordiamo, con i due libretti sulla scrivania e il pensiero ai dolci che ci portava in dono.

28 dicembre 2021