Nel primo giorno senza guerra della colombia, all’indomani del cessate il fuoco bilaterale e definitivo tra governo e Farc, ieri, govedì 23 giugno, la Chiesa colombiana è intervenuta sul portato dell’accordo siglato all’Avana dopo un conflitto durato 50 anni. «Storico»: così lo ha definito il segretrio generale della Conferenza episcopale colombiana monsignor José Falla Robles. Manca però la firma finale sul trattato siglato nella capitale cubana, che sarà poi sottoposto al parere del popolo colombiano in un plebiscito che non si annuncia affatto scontato.

Proprio per questo il presule ha auspicato «che questo accordo sia il primo passo per costruire la pace» e ha ricordato al Governo che «è necessario offrire all’opinione pubblica un’informazione sufficiente, chiara e sincera sugli accordi di pace». In particolare pesa l’incognita sulle modalità e sui tempi di consegna delle armi da parte dei guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia, che dicono di temere vendette da parte dei paramilitari. La Chiesa chiede però che la consegna delle armi abbia modalità chiare e definite e che la loro distruzione sia pubblica. Intanto il il leader delle Farc Timoleón Jiménez,scriveva ieri su TwitteR: Oggi giovedì 23 giugno annunciamo #EléltimoDíaDeLaGuerra» (l’ultimo giorno della guerra).

24 giugno 2016