Colombia: escalation di violenza nel nord
Circa 20mila gli sfollati. L’appello dei vescovi: «Rispettare il diritto umanitario internazionale». Il 26 gennaio, giornata di preghiera per la pace in tutte le chiese del Paese
«Profondo dolore e condanna». La Conferenza episcopale della Colombia (Cec) si esprime sulla grave crisi umanitaria vissuta dalle comunità della provincia del Catatumbo, nel nord del Paese (dipartimento di Norte de Santander): chiede la cessazione delle ostilità tra gli attori armati e rinnova il suo impegno a favore delle vittime e della costruzione della pace. Ancora, chiede che domenica 26 gennaio si tenga una giornata di preghiera per la pace in tutte le chiese del Paese.
In una conferenza stampa che si è svolta ieri, 21 gennaio, a Cúcuta, capoluogo del dipartimento, i vescovi hanno alzato la voce di fronte all’escalation di violenza che ha provocato decine di vittime: 80 i morti, secondo le stime ufficiali, ma si teme che il numero sia superiore. Migliaia le famiglie sfollate, pari a circa 20mila persone. All’origine, violenti scontri armati tra l’Esercito di liberazione nazionale (Eln) e il Frente 33 della dissidenza Farc. I presuli hanno invitato tutte le parti a «rispettare i diritti umani e il diritto umanitario internazionale», chiedendo al governo nazionale di riprendere i colloqui di pace «con determinazione» e di procedere con l’attuazione degli accordi firmati.
Gli scontri, nelle parole dei vescovi, «non solo violano i diritti umani fondamentali, ma aggravano anche le sofferenze dei bambini, delle donne e delle persone che si trovano in uno stato di indifesa, lacerando il tessuto sociale e umano e aprendo nuove ferite alla nazione. La violenza genera altra violenza, genera perdite umane irreparabili, semina altro odio, divisione e povertà». Esprimono quindi solidarietà alle comunità e alle diocesi più colpite da questa tragedia: Tibú, Ocaña e Cúcuta. Da ultimo, ribadiscono «gli sforzi per lavorare insieme alle comunità nella ricostruzione del tessuto sociale e nella promozione di iniziative di riconciliazione e di pace».
22 gennaio 2025