Colletta pro Terra Sancta, un’occasione «per non girare lo sguardo»

La lettera del cardinale Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, e del segretario Gallaro. Nel 2020 raccolti 9.775.603,58 dollari

«Un’occasione per non girare lo sguardo, per non passare oltre, per non ignorare le situazioni di bisogno e di difficoltà dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che vivono nei Luoghi Santi». Il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, e il segretario monsignor Giorgio Demetrio descrivono così, nella lettera diffusa ieri, 11 marzo, dalla Sala stampa vaticana, la colletta pro Terra Sancta 2021, che si celebra il Venerdì Santo. Quello passato, ricordano, «è stato un anno di prova anche per la Città Santa di Gerusalemme, per la Terra Santa e per la piccola comunità cristiana che dimora in Medio Oriente, che vuole essere luce, sale e lievito del Vangelo».

In un tempo di isolamento a motivo della pandemia, proseguono, i cristiani di Terra Santa, «tagliati fuori dal contatto vitale con i fratelli provenienti dai vari Paesi del mondo», hanno sofferto anzitutto «la perdita del lavoro, dovuta all’assenza di pellegrini, e la conseguente difficoltà a vivere dignitosamente e a provvedere alle proprie famiglie e ai propri figli». Non solo: in molte zone «il persistere della guerra e delle sanzioni hanno aggravato gli effetti stessi della pandemia». In questo contesto, è venuto a mancare anche parte dell’aiuto economico che la colletta del Venerdì Santo garantiva ogni anno, vista la difficoltà di svolgerla nel 2020. «Se verrà meno questo piccolo gesto di solidarietà e di condivisione – si legge nella lettera – sarà ancora più difficile per tanti cristiani di quelle terre resistere alla tentazione di lasciare il proprio Paese, sarà faticoso sostenere le parrocchie nella loro missione pastorale e continuare l’opera educativa attraverso le scuole cristiane e l’impegno sociale a favore dei poveri e dei sofferenti». E ancora: «Le sofferenze dei tanti sfollati e rifugiati che hanno dovuto lasciare le loro case a causa della guerra necessitano di una mano tesa ed amica per versare sulle loro ferite il balsamo della consolazione».

Di qui l’invito alla solidarietà verso i Luoghi Santi, «testimonianza concreta del mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio e dell’offerta della sua vita fatta per amore nostro e per la nostra salvezza». E la motivazione non è filantropica ma «cristologica». Per spiegarlo, nella lettera si cita la lettera ai Corinti: «Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2 Cor 8,9).

Istituita da Paolo VI con l’esortazione apostolica “Nobis in Animo” del 25 marzo 1974, la colletta pro Terra Sancta si è celebrata l’anno scorso – in via eccezionale a motivo della pandemia di coronavirus e del lockdown che ha impedito la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni del triduo pasquale – domenica 13 settembre. Complessivamente, riferiscono dalla Congregazione, sono stati raccolti 9.775.603,58 dollari. Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq: questi i territori che, sotto diverse forme, beneficiano di un sostegno proveniente dalla colletta, come si legge nel prospetto che accompagna la lettera di Sandri e Demetrio, in cui è riassunta la distribuzione delle offerte ricevute. Di norma, la Custodia di Terra Santa «riceve il 65% della Colletta, mentre il restante 35% va alla Congregazione per le Chiese orientali, che lo utilizza per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale e i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente».

Nell’anno passato, per la formazione sono stati investiti 2.341.242,00 dollari. «Sono circa 300 gli studenti, che beneficiano dei una borsa di studio, ospiti in 7 collegi di competenza del dicastero», è spiegato nel documento. Per i sussidi per l’attività scolastica sono stati utilizzati «2.998.000,00 dollari, di questi 900,000.00 dollari destinati alle scuole del Patriarcato latino e 1,200,000.00 dollari alla Bethlehem University dove studiano circa 3.300 giovani, musulmani e cristiani». Ancora, «2.491.685,85 dollari sono stati impegnati per “sussidi ordinari e straordinari”, necessari a garantire cibo, cure mediche, istruzione, e a sostenere orfani, feriti e vedove. Per l’emergenza Covid sono stati impegnati 566.781,00 dollari».

Reso noto anche un Rapporto della Custodia di Terra Santa sui progetti e opere realizzati con la Colletta 2019/2020: opere rivolte ai pellegrini, a favore della comunità locale, e progetti in Giordania, Libano, Siria e Rodi Cos. Considerati anche gli stipendi ordinari della Custodia. Tra le numerose opere a favore della comunità locale rientrano la Casa del fanciullo a Betlemme, il finanziamento di 490 borse di studio universitario, ausili per la messa in sicurezza di 10 piccole attività artigiane, la ristrutturazione delle case appartenenti alle famiglie più bisognose. Intensificato anche il programma di aiuti in Siria, Giordania e Libano.  Dopo l’esplosione del 4 agosto a Beirut, ad esempio, 731 famiglie sono state aiutate con pacchi alimentari e materiale igienico, 14 case distrutte sono state ristrutturate e circa 20 famiglie sono state aiutate per pagare affitto o arredamento.

12 marzo 2021