Coldiretti: la primavera arrivata dopo l’inverno «più caldo di sempre»

L’analisi dell’organizzazione sui dati Isac Cnr: temperatura superiore di 2,19° alla media storica. «Servono interventi strutturali per affrontare gli effetti del cambiamento»

Con l’equinozio di ieri, 20 marzo, la primavera è arrivata, «dopo un inverno che dal punto di vista climatologico è stato il più caldo di sempre in Italia, con una temperatura superiore di 2,19 gradi alla media storica». Ad affermarlo è Coldiretti, sulla base dei dati Isac Cnr, che rileva le temperature in Italia dal 1800. «L’anomalia climatica – sottolineano dall’associazione – è stata più evidente nel nord Italia dove la temperatura è stata superiore addirittura di 2,46 gradi alla media mentre al centro è stata di +2,25 gradi e al sud di +2,01 gradi».

Si conferma, insomma, la tendenza al surriscaldamento, «che lo scorso anno in Italia ha fatto segnare una anomalia climatica di +1,12 gradi rispetto alla media storica». Surriscaldamento che «è stato anche accompagnato da una media di oltre 9 eventi estremi al giorno lungo la Penisola, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore, gelate improvvise e tempeste di vento, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Eswd».

A livello globale, si legge nella nota diffusa dall’associazione, «il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato da quando ci sono rilevazioni scientifiche, con la temperatura media di 1,45 gradi centigradi sopra ai livelli pre-industriali, secondo il rapporto dell’Organizzazione meteorologica internazionale (Wmo)». E il caldo fuori stagione «ha stravolto completamente i normali cicli colturali e di conseguenza anche le offerte stagionali presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell’anno con l’arrivo delle primizie con oltre un mese di anticipo, dagli asparagi alle fragole, dai piselli alle fave, dai carciofi alle zucchine».

Proprio l’agricoltura, nell’analisi di Coldiretti, è l’attività economica italiana che «più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici» ma è anche il settore più impegnato per contrastarli e «tale obiettivo richiede un impegno delle istituzioni per accompagnare il settore con l’innovazione, dall’agricoltura 5.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm». Ma non basta. Per l’associazione, «servono anche investimenti strutturali con progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza, come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica».

21 marzo 2024