Coi corridoi umanitari, nuovi arrivi dal Libano

Giunti a Fiumicino, grazie all’iniziativa di Sant’Egidio e Chiese protestanti, 50 rifugiati siriani, che saranno accolti in diverse regioni. Altri 21 arrivati in Belgio nei giorni scorsi

Hanno vissuto a lungo nei campi profughi della Valle della Bekaa, nel nord Libano, o in alloggi precari a Beirut i 50 rifugiati siriani atterrati questa mattina, 30 gennaio, all’aeroporto di Fiumicino. Famiglie e singoli che negli ultimi mesi hanno sofferto un pesante peggioramento delle loro condizioni di vita a causa della grave crisi politica, economica e sociale che sta attraversando il Libano. Tra loro anche 23 minori che, a causa della loro situazione precaria, non potevano frequentare la scuola e alcune persone con disabilità.

Sono arrivati in Italia grazie al sistema dei corridoi umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, in accordo coi ministeri dell’Interno e degli Esteri, che dal febbraio 2016 hanno portato in salvo nel nostro Paese, dal Libano, oltre 2.400 persone, mentre complessivamente in Europa sono circa 6mila i rifugiati arrivati attraverso i corridoi umanitari. I nuclei familiari saranno accolti in diverse regioni italiane (Lazio, Calabria, Friuli, Lombardia, Piemonte, Puglia) e verranno avviati in un percorso di integrazione: per i minori attraverso l’immediata iscrizione a scuola; per gli adulti, con l’apprendimento della lingua italiana e, una volta ottenuto lo status di rifugiato, l’inserimento nel mondo lavorativo.

«I corridoi umanitari, interamente autofinanziati (dalla raccolta fondi di Sant’Egidio e dall’8xmille della Tavola valdese) e realizzati grazie a una rete di accoglienza diffusa, rappresentano un modello di successo, che coniuga solidarietà e sicurezza», affermano dalla Comunità, ricordando che nei giorni scorsi, sempre grazie ai corridoi umanitari, sono stati accolti in Belgio 21 profughi siriani, tra cui alcuni sopravvissuti al tragico naufragio dello scorso settembre a largo delle coste libanesi in cui hanno perso la vita un centinaio di persone.

30 gennaio 2023