CO2 “Controllare l’odio”: a Rebibbia il progetto che porta la musica in carcere

L’idea consiste nell’installazione di speciali audioteche, divise per “stati d’animo”. L’ex chitarrista della Pfm Mussida e il leader dei Tiromancino Zampaglione all’inaugurazione nella sezione femminile

Educare i detenuti, in questo caso donne, all’ascolto risvegliando la loro emotività e sfruttando l’effetto benefico che ha la musica sulla psiche. Prosegue a Roma il progetto CO2 “Controllare l’odio”, nato nel 2013 e organizzato dal CPM Music Institute presieduto da Franco Mussida. Sarà proprio l’ex chitarrista della Pfm insieme al frontman dei Tiromancino Federico Zampaglione, ad inaugurare giovedì 14 dicembre nella sezione femminile della Casa Circondariale di Rebibbia la sonorizzazione di 357 metri di corridoi, che separano gli spazi detentivi da quelli di colloquio e consultazione, con la musica strumentale tratta dalle audioteche del progetto CO2.

L’iniziativa, che può contare sul sostegno della Siae, consiste nell’installazione di speciali audioteche, divise per “stati d’animo”, attualmente presenti in 12 carceri italiane (Milano, Monza, Opera, Torino, Venezia, Genova, Parma, Bologna, Firenze, Ancona, Roma e Napoli).  Il percorso sonoro è selezionato dalle detenute e teso al coinvolgimento emotivo attraverso precisi climi musicali e composizioni scritte dallo stesso Mussida. Le donne della Casa Circondariale potranno creare delle playlist personalizzate individuando i brani che ritengono più adatti e conformi per il loro percorso emotivo fra quelli presenti nell’audioteca composta da circa 2mila brani di musica strumentale, fra cui composizioni orchestrali, colonne sonore, musica classica, pop rock, elettronica e musica etnica.

«La musica offerta in modo innovativo come elemento trattamentale nel periodo di detenzione, produce degli straordinari effetti collaterali – racconta Franco Mussida -. Il cammino musicale permette alle detenute di creare una calda culla per i propri pensieri, creata dai climi emotivi che esalteranno il potenziale consolatorio e amorevole contenuto nelle composizioni che verranno diffuse, riscaldando emotivamente un luogo di per sé desolato. Inoltre, ci teniamo a sottolineare che questo progetto è nato dal suggerimento del comandante della Polizia Penitenziaria subito ripreso dalla direttrice del carcere, a dimostrazione della sensibilità che questo corpo di sorveglianza ha verso la popolazione detenuta». L’iniziativa ha ottenuto quest’anno la medaglia di rappresentanza del presidente della Repubblica.

11 dicembre 2017