Clima, «vicini al punto di non ritorno»

Si apre a Madrid la Cop 25. Il segretario generale Onu Antonio Guterres: «Cruciale ridurre al più presto le emissioni di gas serra»

196 Paesi più l’Unione europea, a cui si aggiunge una delegazione Usa, malgrado il ritiro deciso da Trump dall’accordo di Parigi del 2015, che prevede l’obiettivo di contenere l’innalzamento della temperatura globale entro i 2 gradi rispetto all’epoca preindustriale. Si apre oggi, 2 dicembre, a Madrid la conferenza sul clima, la Cop 25, alla quale dovrebbero prendere parte fino al 13 dicembre circa 29mila persone.

Ci stiamo avvicinando a «un punto di non ritorno», è la denuncia del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. «Il mondo deve scegliere tra speranza e capitolazione», ha affermato in apertura dei lavori. Secondo il dirigente del Palazzo di Vetro, «è cruciale che nei prossimi 12 mesi arrivino impegni nazionali più ambiziosi, in particolare da parte dei maggiori inquinatori, con l’obiettivo di cominciare subito a ridurre le emissioni di gas serra a un ritmo tale da raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050». Il mondo, ha proseguito, «deve scegliere tra speranza e capitolazione. Vogliamo veramente passare alla storia come la generazione che si comportata come lo struzzo, mentre il mondo bruciava?».

In discussione le misure da adottare per raggiungere l’obiettivo concordato con l’Accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale. Attesa anche l’attivista svedese Greta Thunberg, promotrice delle mobilitazioni studentesche che venerdì 29 novembre hanno portato nuovamente in piazza, in tutta Europa, decine di migliaia di studenti, al loro quarto sciopero mondiale per il clima.

Per decenni, aveva detto Guterres alla vigilia del summit, «l’uomo è stato in guerra con il pianeta e il pianeta ci sta rendendo colpo su colpo. Dobbiamo porre fine alla nostra guerra contro la natura e la scienza ci dice che possiamo farcela», nonostante gli sforzi finora «totalmente insufficienti» per ridurre le emissioni di gas serra. Il segretario generale delle Nazioni Unite ha anticipato anche i dati di un rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale per ribadire che «gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi mai registrati». Quindi l’elenco degli effetti devastanti: l’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento delle calotte polari, la siccità. Basti pensare all’acqua alta record a Venezia e agli incendi in Amazzonia.

In concreto, l’impegno richiesto ai Paesi è limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi, raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050 e ridurre le emissioni di gas serra del 45% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030. Per Guterres però «manca ancora la volontà politica». Servono «piani ambiziosi».

2 dicembre 2019