Clericus Cup, derby tutto diocesano tra Redemptoris Mater e Romano-Vaticano

La gara valida per la seconda giornata del girone C si è conclusa con un netto 3-0. Le storie, i campioni di riferimento e le sensazioni dei protagonisti

Hanno in comune la fede e i percorsi spirituali che li hanno portati a essere seminaristi o sacerdoti a Roma. Ognuno però porta in campo sensazioni, passioni e tifo per lo sport e i campioni del calcio nostrano. Sono i ragazzi della Clericus Cup, giunta alla 13esima edizione, e delle squadre Redemptoris Mater e Romano-Vaticano, che si sono affrontate ieri in un vero e proprio “derby” della diocesi. In campo nella rosa del Seminario Romano Maggiore anche sacerdoti che, a vario titolo, lavorano in uffici o congregazioni vaticane.

Il torneo crea «un clima straordinario all’interno dei seminari, dove il giorno della partita non si parla d’altro», racconta Samuel Piermarini, attaccante e capitano del Redemptoris Mater. “Noi seminaristi italiani – spiega l’attaccante – portiamo la passione e la cultura calcistica italiana mentre i nostri compagni stranieri vedono il calcio come qualcosa di più amatoriale». Secondo Piermarini la Clericus si avvicina molto al professionismo per quanto riguarda l’organizzazione «ma rimane la correttezza e la goliardia anche tra i tifosi». Anche don Michele Ciardo, diacono e capitano della squadra del Romano-Vaticano, è del parere che «c’è un sano agonismo e questo torneo porta con sé molti valori. Tutti noi – racconta – ci mettiamo in gioco e anche i meno bravi trovano spazio per giocare e divertirsi».

Non solo quella atletica ma anche «la preparazione spirituale è importante», sottolinea il vicecapitano del Redemptoris Mater Marco Bongianni. «La fede non riguarda solo i singoli giocatori ma rafforza il senso di comunità». Sacerdoti e seminaristi in campo dunque, con le passioni di tutti i tifosi di calcio. «Ognuno – riferisce Bongianni – ha i propri calciatori preferiti e anche questo è fonte di ispirazione. Io per esempio sono laziale e mi piace esultare con il gesto del sergente come fa Milinkovic-Savic. Il nostro portiere, invece, è appassionato da un grande del passato come Dino Zoff. Quindi anche tramite questo cerchiamo di trasmette gli insegnamenti dello sport». Una goliardia che accomuna un po’ tutti, aggiunge don Ciardo, che ricorda l’esultanza della sua squadra nella scorsa partita «con un trenino in campo come il glorioso Bari di molti anni fa in serie A».

«Nella Clericus Cup ci sono le peculiarità e i problemi di un qualsiasi spogliatoio – spiega Paolo Santarelli, allenatore del Redemptoris Mater – e anche noi facciamo i conti con qualche scaramuccia. Alla fine però tutto si risolve e ci si completa a vicenda – racconta – perché io porto la mia esperienza calcistica ma i ragazzi portano le loro esperienze spirituali». Lo stile è quindi quello di «gioia e condivisione», evidenzia il coach del Romano-Vaticano Maurizio Lustri, ma allo stesso tempo «si gioca con l’obiettivo della vittoria».

Lo scontro tra le due compagini diocesane si è concluso con il risultato di 3-0 per i gialloblu del Redemptoris. Dopo un primo tempo equilibrato e senza particolari emozioni, la squadra allenata da Santarelli ha preso il sopravvento nella ripresa, con i gol di Rodolphe Kouamè, Luca Micheletti e Samuel Piermarini, dopo che il Romano-Vaticano è rimasto in dieci per l’espulsione di Giuseppe Massaro. Il vantaggio è arrivato a dieci minuti dalla fine con un tiro a giro all’angolino a scavalcare il portiere. Due minuti dopo Micheletti non ha fallito un’azione a tu per tu con il portiere mentre nei minuti finali il definitivo 3-0 è arrivato su colpo di testa. Per il Romano-Vaticano la sconfitta segna una battuta d’arresto dopo la vittoria per 9-2 della prima partita contro il Collegio Franco-Belga. Ieri, sempre per il girone C, si è disputata anche la partita tra Sedes Sapientiae e Franco-Belga, finita 5-1.

8 aprile 2019