Claudio Ranieri, Premio Bearzot 2016: «Ragazzi, credete nei sogni»

Il tecnico del Leicester, vincitore del campionato di calcio inglese, insignito del riconoscimento dell’Us Acli nel Salone d’Onore del Coni

Il tecnico del Leicester, vincitore del campionato di calcio inglese, insignito del riconoscimento dell’Us Acli nel Salone d’Onore del Coni

Ai giovani rivolge un messaggio chiaro: «Non smettete di credere nei sogni e pensate al calcio come a un divertimento, non come a un modo per fare soldi». A chi gli chiede il segreto del suo successo risponde: «L’aiuto reciproco tra i calciatori, la comunione fraterna». Quando viene ricordata la sua devozione per Santa Rita, annuisce. Claudio Ranieri, dopo avere conquistato il campionato inglese alla guida del Leicester, è tornato nella Capitale da vincitore. Una clamorosa sconfitta nel 2011 lo aveva costretto a lasciare la panchina della Roma a metà stagione. Adesso la musica è cambiata ed è di nuovo all’Olimpico per ricevere il premio Premio “Enzo Bearzot”, come migliore allenatore dell’anno, assegnatogli dall’Unione sportiva Acli.

Nel Salone d’Onore del Coni, “King Claudio”, com’è ormai noto in Inghilterra, parla di calcio. Ma non solo. Le sue parole scorrono tra gli alti e bassi della sua carriera. Dagli anni vissuti da calciatore, a quelli da allenatore. «Sognavo di fare il calciatore, fui scartato due volte dalla Roma. Ma non ho mai mollato – racconta -. A 18 anni un grande allenatore come Herrera si accorse di me. Capì che una carriera da calciatore potevo averla. Non ero un campione, ma potevo giocare in Serie A e in B. E così fu». Ranieri ha indossato le maglie della Roma, del Catanzaro, del Catania e del Palermo. La sua carriera da allenatore invece è cominciata dai dilettanti. «Nessuno mi ha mai regalato nulla. Ecco perché è importante l’impegno – dice rivolgendosi ai tantissimi ragazzi dell’Us Acli che hanno gremito il Salone -. Rende le vittorie più belle». E la sua ha i contorni di una favola. In pochissimi hanno scommesso che il Leicester avrebbe vinto la Premier League all’inizio del campionato. I bookmakers quotavano la sua vittoria 5000 a 1. Come a voler dire: «È impossibile». O meglio, «è una causa impossibile» come quelle di cui è avvocata la Santa per la quale nutre una particolare devozione, Santa Rita. Tanto che il tecnico sembra intenzionato a portare in pellegrinaggio il Leicester a Cascia, e poi in ritiro in Valnerina, come ha già fatto in passato con Cagliari, Fiorentina e Chelsea. «Non abbiamo ancora conferma ma siamo in contatto con Ranieri, perché è molto legato a questi luoghi – spiegano dall’ufficio del vescovo di Norcia -. Lo abbiamo sentito da poco per congratularci della vittoria del campionato. Viene spesso anche in forma privata. Speriamo che porti anche il Leicester, se verrà saremo molto contenti e prepareremo qualcosa di speciale».

Oltre alla fede, una costante della personalità di Ranieri è l’impegno sociale, manifestato in quest’occasione con una scelta: devolvere l’assegno del premio Bearzot alla ricerca sulla Sclerosi laterale amiotrofica. E, in particolare, alla Onlus “Stefano Borgonovo”, dedicata all’ex attaccante stroncato dalla Sla. Cinquemila euro che, dunque, saranno investiti in progetti di ricerca su questa malattia. Nel suo intervento, nel Salone del Coni, l’allenatore romano dedica un pensiero a Borgonovo al quale scriveva spesso. «Una volta sono andato a trovarlo per sostenerlo durante la malattia – racconta -. Ancora oggi nel leggere la mia posta, cerco i messaggi che spesso mi mandava Stefano, erano sempre belle parole con tanto significato, e mi stupivo sempre che un uomo nella sua dimensione e situazione potesse condividere così profondamente i sentimenti altrui. Ho le sue mail da parte e ogni tanto le rileggo per sentirlo ancora vicino».

Prima di ricevere la palma d’oro, Ranieri parla ai giovani, giunti da varie parti d’Italia. Alcuni di loro li incontrerà privatamente al termine della premiazione, ad altri invece rivolge un incoraggiamento. Tra i due momenti c’è il tempo di una confessione: «Anche io da bambino ho partecipato a un torneo delle Acli». Poi, chiosa con l’invito a non mollare mai: «Andate sempre avanti nonostante le difficoltà, lo sport è importante per stare uniti e socializzare. Provate a costruire un mondo migliore. È possibile».

10 maggio 2016