Cittadini in marcia nei luoghi della “non accoglienza”

Viaggio nei centri per migranti e richiedenti asilo: il 5 dicembre seconda tappa della Marcia delle donne e degli uomini scalzi. Msf: «Sotto standard europei»

Viaggio nei centri in cui sono ospitati migranti e richiedenti asilo: il 5 dicembre seconda tappa della Marcia delle donne e degli uomini scalzi. Msf: «Sotto gli standard europei»

Dai centri di identificazione ed espulsione ai Cara, dai centri per l’accoglienza straordinaria fino ai siti informali: un viaggio nel mondo dell’accoglienza in Italia, per portare, tappa dopo tappa, i cittadini italiani a verificarne la gestione, le buone prassi ma anche le situazioni di degrado. L’iniziativa si svolgerà il prossimo 5 dicembre in tutta Italia, e vuole essere la continuazione ideale della Marcia delle donne e degli uomini scalzi realizzata l’11 settembre scorso in oltre 60 città italiane. Ora l’evento si ripete, e si sposta nei luoghi in cui vivono i migranti e i richiedenti asilo. A promuovere la Seconda tappa della marcia delle donne e degli uomini scalzi è un cartello di organizzazioni, tra cui Arci, Lunaria, Medici senza Frontiere. «L’idea è portare le persone che non conoscono molto il mondo dell’immigrazione, e più precisamente le condizione di accoglienza di questo Paese a vedere questi luoghi di persona e a conoscere i richiedenti asilo – spiega Loris De Filippi, presidente di Msf Italia -. In questo modo vorremmo sfatare i falsi miti e più in generale rendere la questione più chiara possibile, più vera, più reale. Il nostro obiettivo è abbattere gli slogan e pregiudizi, attraverso un incontro diretto tra le persone, che restituisca la reale dimensione del fenomeno. E lo faremo non solo mostrando le cose che non vanno, e che sono moltissime, ma anche le buone prassi».

Altro che “alberghi di lusso”: «Accoglienza sotto ogni standard europeo. E dopo lo scandalo Mafia Capitale non è cambiato nulla». L’iniziativa, che viene lanciata a pochi giorni dall’apertura a Roma del processo su Mafia Capitale, è anche un modo per riflettere su quando è stato rivelato dall’inchiesta Mondo di mezzo. «Purtroppo da almeno quindici anni la capacità di accoglienza italiana è sempre deficitaria – aggiunge De Filippi -, la situazione che è uscita fuori con i vari scandali di Mafia Capitale è solo il momento peggiore e più vergognoso di tutto questo, da cui bisogna uscire il più rapidamente possibile. Ma non ha scalfito in nessun modo questo mondo: oggi siamo in presenza di un’accoglienza che è al di sotto di ogni standard europeo. Dopo Mafia Capitale non è cambiato nulla. Oggi ancora vediamo un numero altissimo di persone accolte nei Cas, i cosiddetti Centri di accoglienza straordinaria. Su questo abbiamo tantissimi dubbi, sappiamo infatti che spesso vengono ospitati in situazioni non idonee – aggiunge -. Ovviamente sappiamo anche che sul territorio ci sono esperienze di accoglienza diffusa molto valide». A queste realtà si aggiungo, inoltre, quelle dei siti informali: «Cci sono almeno 10-15mila persone che vivono fuori da ogni tutela – continua De Filippi -. In alcuni casi hanno almeno un tetto sulla testa, in altri, come a Gorizia,  devono dormire in mezzo ai boschi, in ripari di fortuna».

No a una visione triste del fenomeno, occasione di incontro con i profughi. Al centro dell’iniziativa c’è anche l’idea di favorire l’incontro e lo scambio tra i richiedenti asilo e i cittadini italiani. «Pur criticando e avendo una  valutazione politica negativa di come funziona l’accoglienza in Italia, non volgiamo dare una visione unilaterale, triste, dove ci sono solo persone disperate – aggiunge De Filippi -. Vogliamo invitare la popolazione a guardare la realtà nel suo complesso partendo dalle cose che funzionano a quelle che funzionano molto meno. Vogliamo che le persone vedano tutto questo e conoscano i migranti di persona. Troppo spesso sentiamo dire: non avevo mai incontrato richiedenti asilo, non avevo mai visto tutto questo. In seguito chiederemo a tutti di raccontare l’esperienza che hanno vissuto». La lista dei siti da visita è ancora in via di definizione: ma si punta ad almeno 50 centri in tutta Italia. Anche le adesioni da parte di associazioni, ong e persone comuni sono aperte. Tutte le informazioni saranno pubblicate sul blog dedicato all’iniziativa.

11 novembre 2015