Cisgiordania, inizia la demolizione di villaggi beduini

I bulldozer dell’esercito israeliano già in azione nei territori occupati. A rischio anche la “Scuola di Gomme”, frequentata da 178 bambini

I bulldozer dell’esercito israeliano già in azione nei territori occupati. A rischio anche la “Scuola di Gomme”, frequentata da 178 bambini

È stata demolita lunedì 20 febbraio la prima abitazione beduina nel villaggio di Tabana. I bulldozer dell’esercito israeliano sono entrati in azione per realizzare l’annunciata demolizione di villaggi beduini nei territori della Cisgiordania occupata, a est di Gerusalemme, in un’area considerata strategica per la creazione e l’espansione di nuovi insediamenti di coloni. Il piano messo in atto, informa l’Agenzia Fides, prevede lo spostamento forzato dei beduini dei villaggi di Khan Al Ahmer, di Abu Hindi e Abu Nawar, quest’ultimo molto vicino all’insediamento israeliano di Ma’ale Adumim.

Nel villaggio di Khan Al Ahmer, con 42 baracche, la cui demolizione effettiva è stata annunciata per giovedì 23 febbraio, sorge anche la famosa “Scuola di Gomme”, frequentata da 178 bambini della tribù beduina dei Jahalin, che potrebbe presto essere fatta a pezzi dai buldozer. Si tratta di una struttura realizzata con 2.200 vecchi pneumatici appoggiati uno sull’altro come mattoni, riempiti di terra e pressati. I coloni ne chiedono l’abbattimento in quanto illegale, sorta senza il permesso delle autorità di occupazione militare, nonostante l’assenza di elementi architettonici “permanenti”. Per non contravvenire ai regolamenti militari che vietano la costruzione non autorizzata di edifici nell’Area C – quella incui rientra il 60% della Cisgiordania, sotto il controllodi Israele – la scuola è stata realizzata infatti senza cemento e fondamenta. Gli insegnanti, da parte loro, fanno notare che «chi distrugge le scuole distrugge il futuro».

Sulla Scuola di Gomme grava una sentenza di demolizione sin dalla sua costruzione, nel 2009. Negli ultimi anni, la demolizione effettiva della struttura è stata a più riprese sollecitata dai coloni che vivono nella zona. Nel 2014 i giudici israeliani avevano chiesto alle parti di trovare un accordo, riconoscendo l’utilità sociale della scuola. La rimozione della struttura, in realtà, faciliterebbe l’espansione della colonia di Kfar Adumim. Tutta l’area, nel cosiddetto corridoio E1, è coinvolta nel progetto che mira a estendere fino alla colonia ebraica di Ma’ale Adumim il Muro di separazione, costruito in gran parte su territori palestinesi. Già nel 2014, rende noto Fides, l’esercito israeliano aveva realizzato un intervento presso la scuola per sequestrare alcune  attrezzature di gioco per i bambini donate dalla Cooperazione italiana.

Le suore Comboniane attive nell’area parlano di una «situazione di grande incertezza», nella quale «anche noi abbiamo sperimentato frustrazione di fronte a tanta ingiustizia e violazione dei diritti umani, oltre alla incapacità di trovare parole di conforto e di consolazione. Chiediamo preghiera e giustizia per questi nostri fratelli e sorelle – aggiungono – e che il Signore della misericordia intervenga in loro favore».

22 febbraio 2017