Circolo S. Pietro, segno della carità del Papa

L’annuale assemblea a San Rocco con il cardinale Harvey. Il presidente Sacchetti ricorda i dati dell’impegno del sodalizio in città: 38.000 pasti offerti, ospitalità e aiuti

«Ho potuto sperimentare personalmente in varie occasioni tutto il bene che fate in questa amata città e diocesi di Roma, che vi porta ad essere segno della carità e dell’amore del Papa per i più deboli, ma sono anche testimone di tutto l’apprezzamento che circonda il Circolo S. Pietro»: così il cardinale James Michael Harvey, arciprete della basilica di San Paolo fuori le Mura, ha salutato i soci del sodalizio romano riuniti per la 154esima assemblea solenne nella chiesa di San Rocco all’Augusteo nel pomeriggio di ieri, 21 febbraio.

«Sono caratteristiche le vostre» – ha continuato Harvey alla vigilia della Festa della Cattedra di S. Pietro – «che vi pongono, seppur in maniera assolutamente discreta e silenziosa, come è il vostro stile, quale sicuro punto di riferimento per alleviare le sofferenze, le tribolazioni, le angosce ed i dolori di tanti e tanti che, fiduciosi e confidenti, bussano alla porta delle vostre realtà caritative, ma soprattutto alla porta del vostro cuore!». Il cardinale ha benedetto «con ampiezza di cuore e di sentimenti» l’assemblea, rafforzando la sua partecipazione alle opere del sodalizio, di cui è socio d’onore dal 2001, con l’esortazione a continuare in quello che ha definito uno «straordinario servizio».

Il presidente Niccolò Sacchetti ha posto l’accento su quanto, in termini di impatto della povertà sulla società, il contesto in cui il Circolo è stato fondato assomigli a quello attuale dove «gli enti come il nostro svolgono un ruolo di vera e propria tenuta sociale che ci carica di ulteriore responsabilità». Negli ultimi 5 anni, infatti, i poveri in Italia hanno triplicato il proprio numero raggiungendo il picco storico del 10% della popolazione e le proiezioni dei dati 2022 non sono affatto positive, anche a causa del conflitto in Ucraina e dell’impennata dei prezzi. Se le trasformazioni non soltanto a livello economico, ma anche sociologico, hanno dato «assoluta priorità all’impegno pratico ed operativo per provare ad andare incontro alle tante emergenze del periodo», ha puntualizzato il presidente, «è arrivato il momento di interrogarci su come è possibile adattarsi a questi cambiamenti e su come aiutare sempre di più nel rispetto della tradizione».

Nell’ultimo anno sono stati numerosi gli assistiti in cerca di cibo (38.000 pasti offerti nelle “cucine”) oppure di un letto in cui riposare (8.000 presenze negli “asili”) o del conforto di una doccia calda; le famiglie aiutate con i pacchi alimentari sono state circa 60 al mese e 3.000 i bisognosi che affrontano il freddo grazie agli indumenti del guardaroba.

Il Circolo S. Pietro si prende cura delle famiglie dei piccoli ricoverati al “Bambino Gesù”, nei reparti e al “negozietto” dell’ospedale pediatrico, nelle case famiglia “S. Giovanni Paolo II” alla Lungaretta (oltre 9.000 presenze) e “S. Paolo VI” in via di S. Giovanni in Laterano, in cui sono stati accolti circa 50 profughi ucraini e, grazie all’accordo con la Fondazione Bambino Gesù Onlus, 25 famiglie di bambini in cura presso l’ospedale (circa 8.000 le presenze da febbraio 2022).

La bussola per fare tutto ciò, per un’associazione che vive e prospera nel solco del magistero petrino, è ancora una volta il pensiero di Francesco, ha scandito il presidente Sacchetti, che ha ricordato due pensieri del Papa: “non basta dare ma bisogna darsi” e la messa in guardia dal diventare “aziende della carità”. «Si tratta di concetti intimamente assunti nel nostro Dna e nella nostra storia, ma che non possiamo mai dare per scontati perché la tentazione di servire un pasto senza metterci in gioco personalmente, aprendo i nostri cuori all’ascolto, al conforto ed all’empatia, è sempre alle porte così come esiste la grande tentazione di strutturare una associazione con un organico di professionisti», i cui costi di gestione complessivi finirebbero inevitabilmente per assorbire una parte molto significativa del bilancio complessivo.

Al Circolo S. Pietro, ha affermato Sacchetti, «possiamo orgogliosamente dire che il 100% delle donazioni è destinato alle attività di sostegno per i nostri assistiti, a conferma che fare di più e meglio dipende da quanti siamo a lavorare per il prossimo e dalla qualità dei nostri volontari, che rappresentano la grande, straordinaria e insostituibile ricchezza di una associazione come la nostra».

Come ogni anno, l’assistente ecclesiastico, monsignor Franco Camaldo, nella preghiera a Maria Salus Populi Romani, ha rinnovato le promesse battesimali dei presenti consacrandoli al Cuore Immacolato della Madre di Dio «per essere fedeli discepoli di Gesù, unico Salvatore e Maestro, e generosi Soci del nostro Sodalizio, mettendo a disposizione quanto siamo per il bene della Chiesa, nell’assoluta fedeltà al Papa e nel servizio ai poveri e ai bisognosi». Alla relazione del presidente hanno fatto seguito il giuramento dei soci effettivi e il conferimento del distintivo dorato e della medaglia dorata ai soci che hanno compiuto, rispettivamente, 25 e 50 anni di appartenenza alla vita dell’associazione. (Marco Chiani)

22 febbraio 2023