Circolo S. Pietro, il «carisma» della solidarietà

Cambio al vertice: dopo 14 anni lascia il presidente Leopoldo Torlonia. Il successore Niccolò Sacchetti: «Incontro a un mondo con nuove povertà»

Cambio al vertice del Circolo S. Pietro, l’associazione che dal 1869 è impegnata al servizio dei poveri. Nel corso dell’assemblea solenne che, come ogni anno, si tiene in occasione della festa della Cattedra di san Pietro, il 22 febbraio, alla presenza, tra gli altri, del cardinale vicario Angelo De Donatis, il presidente uscente, il duca Leopoldo Torlonia, ha lasciato l’incarico al marchese Niccolò Sacchetti. «Guardando indietro – ha detto Torlonia nella sua relazione, dopo aver ricevuto in dono da parte dei soci due candelieri del 1815 – i quattordici, bellissimi anni appena trascorsi mi appaiono come una corsa a perdifiato, quasi una sfida contro il tempo, per tentare di aiutare il maggior numero di persone che vivono in stato di necessità. Con il vostro aiuto – ha aggiunto rivolto ai numerosi soci presenti – ho cercato di esprimere il carisma del Circolo, confermandone ogni giorno la missione. Non è un segreto – ha proseguito – che quando il termine “volontariato” praticamente non esisteva, il Circolo S. Pietro era già presente, in prima linea, ad aiutare i bisognosi» e ha poi ricordato che «in più di un’occasione, negli anni, ho avuto modo di dire che in questo servizio riceviamo molto più di quello che doniamo agli altri. Ed è questo uno dei punti fermi del mio percorso al Circolo. Il servizio per noi è puro arricchimento interiore».

Dal canto suo Sacchetti ha ringraziato il presidente uscente con parole di stima e profondo affetto: «Il dono più grande è stata la serenità che ci ha permesso di lavorare con grande pace e concordia. Forti della nostra storia, saldi nelle nostre tradizioni – ha affermato – dobbiamo continuare, com’è stato fino ad oggi, a guardare avanti, con incrollabile fiducia nella Provvidenza per andare incontro alle esigenze di un mondo che cambia sempre più velocemente e ci sottopone nuove povertà e nuove sofferenze». Ma ha evidenziato anche un altro aspetto: «Credo che se è vero che ci sono tante persone che hanno bisogno di aiuto, ce ne siano almeno altrettante che hanno bisogno di aiutare e che cercano un solido riferimento per aprirsi a questo mondo meraviglioso». In questa prospettiva «la prima azione di volontariato e di carità che dobbiamo svolgere è proprio quella di accogliere, coinvolgere e soprattutto formare chi si vuole avvicinare al mondo del volontariato avendo sempre chiaro non il perché ma per chi lo facciamo».

Dopo la consegna dei riconoscimenti ai soci, il cardinale De Donatis ha ricordato le tante iniziative che si sono svolte nel corso dell’anno con cui sono stati celebrati i 150 anni della fondazione del Circolo, in particolare «la Messa della solennità di Cristo Re nella nostra amata cattedrale», un «momento di profonda spiritualità che ci ha riportato alla prima parola del motto del Circolo: preghiera». Una parola che trova risposta nelle altre due, «sacrificio personale » e «azione concreta», altrimenti «la preghiera rimane sterile». Citando l’esortazione di Papa Francesco “Querida Amazonia”, il cardinale vicario ha ricordato che «la spiritualità deve incarnarsi. Penso che sia un’indicazione come spunto di riflessione e modo di procedere del Circolo. Spero – ha concluso De Donatis – che il verbo incarnarsi si iscriva nel cuore di tutti noi. Viviamo intensamente questa novella incarnazione, fedeli a quanto ci è stato tramandato e guardando con fiducia al futuro».

24 febbraio 2020