Circensi e itineranti, l’appello di Vegliò: «Trasformate la tristezza in gioia»

A S. Maria in Trastevere la Messa con il presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti, che ha aperto il Giubileo a loro dedicato

A Santa Maria in Trastevere la Messa con il presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti, che ha aperto il Giubileo a loro dedicato

In prima fila, alcune ragazze dello storico gruppo folkloristico di Caggiano, in provincia di Salerno, con gli abiti tradizionali. Poco più indietro i clown di corsia di Vicenza, con i loro nasi rossi. Poi, tanti artisti di strada e maestri del circo. Nella basilica di Santa Maria in Trastevere si è celebrato ieri pomeriggio, mercoledì 15 giugno, il primo atto del Giubileo degli artisti dello spettacolo viaggiante e popolare, con la Messa presieduta dal cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti, che ha rivolto loro un appello durante l’omelia: «Trasformate la tristezza delle persone che incontrate in gioia e felicità, alleviate le loro sofferenze con la vostra arte».

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Per i circensi, gli artisti di strada e i componenti di bande musicali e di gruppi folkloristici è il primo Giubileo della storia. Nel 2012 proprio il cardinale Vegliò organizzò per loro un’udienza con Benedetto XVI. Oggi, 16 giugno, un nuovo momento di incontro, stavolta con Francesco. Vengono ricevuti in mattinata, infatti, in udienza dal Papa nell’aula Paolo VI, in occasione del pellegrinaggio a Roma nell’Anno Santo della Misericordia. Poi, l’attraversamento della Porta Santa, a San Pietro. Ma ieri si è svolto il primo momento di festa, promosso dal dicastero vaticano in collaborazione con la Fondazione Migrantes della Cei, l’Ufficio per la pastorale delle migrazioni della diocesi di Roma e le associazioni di categoria.

Rivolgendosi ai presenti, il cardinale Vegliò ha ricordato l’importanza della loro missione: «Donare speranza e gioia al mondo assetato di bellezza». Poi, ha sottolineato che «la vostra vocazione si iscrive nel carisma profetico di speranza di cui siete portatori. Ecco ciò che Gesù vi chiede: portare il lieto annunzio là dove svolgete le vostre professioni e aiutare le persone a conoscere il Signore». Il cardinale conosce bene una delle più grandi difficoltà affrontate da questi artisti e, in particolare, dai circensi, cioè i continui spostamenti: «Pur essendo itineranti loro non si sentono abbandonati dalla Chiesa – ha spiegato -. Sanno di esserne parte, anche se non frequentano stabilmente una parrocchia». Una difficoltà che qualcuno supera chiedendo la celebrazione della Messa al circo, come racconta Tamara Bizzarro, che si occupa dell’addestramento dei cavalli: «In tanti siamo cattolici ed essere itineranti non condiziona la nostra fede. Oggi è una grande gioia essere qui e potere presentare al Papa la nostra realtà».

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È vestito da Pinocchio, invece, un giovane che ha trovato nell’animazione la sua vocazione: «Ai bambini cerco di trasmettere divertimento e allegria. Ma sono loro, in realtà, a comunicarmi tanta gioia. Nonostante alcune incertezze, sento la mia fede. E la mia presenza vuole essere una testimonianza», racconta Giulio Benedetti, 21 anni, arrivato a Roma da Pescia, in provincia di Pistoia. «Vogliamo condividere col Papa la nostra allegria», dice invece Isabella, 20 anni, indossando i vestiti tradizionali di Caggiano, pronta a portarli anche all’udienza. Tra gli organizzatori, il presidente dell’ente nazionale dei circhi, Antonio Buccione, laureato in giurisprudenza ma da sempre impegnato nel mondo circense, per via della lunga tradizione familiare: «Siamo grati al Papa per il suo affetto. Il nostro è un mondo in prevalenza cattolico. E la nostra arte vuole essere anche una testimonianza di fede».

Al termine della Messa la festa è continuata nella piazza di Santa Maria in Trastevere, dove vari artisti hanno messo in scena diversi spettacoli, tra i sorrisi e gli applausi del pubblico.

16 giugno 2016