Cile, attacchi contro le chiese. I vescovi: «Basta violenza»

Incendiata la parrocchia La Asunción. L’appello lanciato dall’arcivescovo di Santiago del Cile Celestino Aós: «Continuiamo a essere operatori di pace»

«A tutti voi, cari parrocchiani di Santiago, a tutti voi cari cileni e persone di buona volontà e amanti della pace, vi prego: basta, basta violenza. Non giustifichiamo l’ingiustificabile. Dio non vuole la violenza». È l’appello lanciato dall’arcivescovo di Santiago del Cile Celestino Aós, dopo gli incidenti di domenica 18 ottobre, che hanno visto incendiata la parrocchia dell’Assunzione (“La Asunción”). L’edificio di culto, che risale al 1876, è stato dato alle fiamme da alcuni violenti, nel corso delle manifestazioni promosse a un anno dalle proteste iniziate il 18 ottobre 2019.

«Ci incontreremo per compiere atti di riparazione come comunità credente – ha assicurato l’arcivescovo, nel comunicato ufficiale rivolto a tutti i concittadini -. Ora vi invito alla preghiera, a purificare i nostri cuori affinché né il desiderio di vendetta, né il rancore, né l’odio, né la violenza entrino in noi». Un invito alla pacificazione che il presule aveva già rivolto ieri, 19 ottobre, visitando la parrocchia incendiata. «Questo attacco – aveva detto – non è un attentato solo contro le cose materiali ma colpisce anche l’anima dei cileni e dei cattolici». Quindi il messaggio alla comunità dei fedeli: «Ciascuno di noi continui l’impegno di dire: “Signore, fai di me uno strumento della tua pace”. In questo momento è quello di cui più abbiamo bisogno di fronte a coloro che agiscono con violenza. Che voi ed io possiamo essere operatori di pace e di dolcezza».

Condanna dell’azione contro la parrocchia e appello al dialogo anche nelle parole del vicario della Zona Centro padre Francisco Llanca. «Chiediamo a Dio che ci aiuti a comprendere come dialogare e che possiamo, alla fine, avere un cuore in pace, che ci consenta una mutua crescita», ha esortato. Il parroco dell’Assunzione, padre Pedro Narbona, pur riconoscendo il dolore causato ai fedeli, ha assicurato: «Potranno bruciare il tempio ma la cosa più importante è la fede che sta nei nostri cuori».

Dall’episcopato castrense del Cile intanto, attraverso una nota del vescovo Santiago Silva, arriva intanto un comunicato relativo all’altra chiese incendiata e saccheggiata nei disordini: San Francisco de Borja, affidata al corpo dei Carabinieri. «Poiché rifiutiamo ogni tipo di violenza che distrugge la costruzione di una società più giusta, rispettosa e fraterna – le parole del presule -, condanniamo l’attacco alla chiesa di San Francisco de Borja, la chiesa istituzionale dei Carabinieri del Cile, un luogo di culto dove la comunità cristiana si è riunita per condividere la propria fede e preghiera, per celebrare i sacramenti e compiere azioni di servizio a beneficio degli altri».

20 ottobre 2020