“Ciao Sinisa, uno di noi”

A Santa Maria degli Angeli e dei Martiri i funerali di Mihajlovic, ex tecnico del Bologna calcio e prima ancora calciatore, presieduti dal cardinale Zuppi. All’esterno oltre 2mila tifosi

«Un saluto doloroso che ci lascia increduli». Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha presieduto questa mattina, 19 dicembre, a Santa Maria degli Angeli e dei Martiri i funerali di Sinisa Mihajlovic, fino al settembre scorso tecnico del Bologna calcio e prima ancora calciatore, con un passato anche nella Lazio, con cui in 6 stagioni ha vinto complessivamente un campionato (2000), due Supercoppe Italiane (1998 e 2000), una Supercoppa Uefa (1999), una Coppa delle Coppe (1999) e due Coppe Italia (2000 e 2004). Si è spento a Roma il 16 dicembre, dopo una lunga battaglia contro la luecemia.

Familiare, il ricordo di Zuppi. «Sinisa – ha detto – voleva diventare vecchio con tanti nipoti, è stato uno capace di dare un’occasione a chi non l’aveva mai avuta e vorrei che oggi sentiste l’affetto della madre Chiesa. Proprio perché è una madre non si arrenderà mai al dolore dei suoi figli. Dio – ha aggiunto – vuole che la morte, che è sempre ingiusta, faticosa e dolorosa, sia la nascita. È lui a sperimentarlo per primo. Il legame che sembra spezzato dalla morte in realtà diventa invisibile e spirituale, è solo amore». E di Mihajlovic il cardinale ha ricordato il «coraggio» con cui ha affrontato anche la malattia che la difficoltà della malattia che lo ha colpito, di fronte alla quale «non è mai scappato». L’ha affrontata «parlandone e piangendone. Il guerriero – sono ancora le parole di Zuppi – ha vinto con la dolcezza della fragilità, la vera forza. Diceva: “Non sono superman, ma devo combattere e non mollare mai”».

Una fragilità, la sua, che «è una porta, non un muro», ha evidenziato il cardinale. E Mihajlovic, infatti, «era dolce e tenero. Le sue parole erano i fatti e mi ha colpito sempre la sua spontaneità e autenticità – ha continuato -. A Medjugorje andò nel 2008 e mi disse di aver iniziato a piangere come un bambino. Mi disse: “Quel giorno mi sono sentito più uomo rispetto al resto della mia vita”». Quindi, un pensiero agli affetti più intimi: «Sinisa dava tutto alla famiglia e alle sue squadre del cuore. È stato amato fino alla fine. Ricordo quando giocava con la sua nipotina Violante e mi ha commosso. Diceva: “Mi sento felice”. Ci stringiamo intorno a loro e a chi è legato a lui».

Presenti in basilica, insieme al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, tante cariche dello sport italiano: dal ministro per lo Sport e per i giovani Andrea Abodi al presidente del Coni Giovanni Malagó, passando per il numero uno della Figc Gabriele Gravina e tanti amici come il ct della nazionale Roberto Mancini, Francesco Totti e Daniele De Rossi, ma anche Gianni Morandi. All’esterno della chiesa, oltre 2mila tifosi, che hanno salutato l’arrivo del feretro con un lungo e commosso applauso. Poco dopo, in basilica sono arrivati anche i giocatori del Bologna calcio, guidati dal nuovo tecnico Thiago Motta e da tutta la dirigenza.

19 dicembre 2012