Christy, 13 anni, da Bangui al Bambino Gesù, torna a camminare

Il ragazzo ferito alle gambe nel 2015, sul pullman che lo portava a scuola. Un anno in ospedale nella Capitale della Repubblica Centrafricana, quindi la visita del Papa e l’accoglienza nella sede di Palidoro

Ha 13 anni, Christy. Un bambino come tanti, che andava a scuola come tanti, fino a quando, il 4 novembre di due anni fa, mentre si trovava sul pullman che lo portava alle lezioni, nel mezzo hanno fatto irruzione soldati armati di mitragliatrici, che hanno iniziato a sparare sui passeggeri. Tra loro, insieme a tanti altri bambini, anche Christy, che viene colpito alle gambe e cade tra corpi di uomini, donne, bambini. Finge di essere morto e viene ricoverato nell’ospedale di Bangui con fratture esposte alle gambe, lesioni nervose e vascolari.

In quell’ospedale Christy è rimasto per un anno, ma al termine non camminava più. L’evento centrale, nella sua giovane vita, è la visita di Papa Francesco all’ospedale pediatrico della Capitale della Repubblica Centrafricana. Il ragazzo riesce a fargli avere una lettera con una richiesta ben precisa: «Aiutami». Grazie ai progetti di solidarietà internazionale dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, nel dicembre 2016 Christy viene accolto gratuitamente nella sede di Palidoro. È in carrozzina con una grave deformità alle gambe, un accorciamento del femore destro, senza una parte della tibia sinistra. Dopo un complesso intervento di correzione delle deformità, comincia la fase di riabilitazione e finalmente si rimette in piedi, prima con l’aiuto delle stampelle poi senza assistenza inizia a muovere i suoi “secondi” primi passi.

Nella sua permanenza al Bambino Gesù, Christy non parla dell’incidente ma frequenta le lezioni scolastiche, impara l’italiano e riceve anche il sacramento dell’eucaristia. Il suo desiderio è crescere per difendersi e per difendere la sua gente, soprattutto i bambini. Vorrebbe fermarsi in Italia, eppure, dice: «La mia famiglia è in Africa. E io ho bisogno di loro». Guarito, ha salutato tra le lacrime medici, terapisti, infermieri, volontari, maestre, il parroco, l’educatrice della ludoteca; ha lasciato l’ospedale camminando da solo. Accanto a lui la nonna, che in questo tempo non lo ha mai lasciato.

18 ottobre 2017