Chiuso il campo rom di via Lombroso. Gualtieri: «Giornata storica»

Ricollocati i 33 nuclei familiari, per un totale di 145 persone. «Senza un’ordinanza di sgombero e senza l’uso della forza». Al posto del campo verrà realizzato un bosco urbano

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri parla di «giornata storica»: ieri, 16 settembre, è stato chiuso il campo rom di via Cesare Lombroso. E «per la prima volta nella storia della Capitale – rivendica il primo cittadino – questa operazione è avvenuta senza un’ordinanza di sgombero e senza l’uso della forza pubblica». La delibera del Campidoglio per il superamento dei campi rom, spiega,  «prevede un percorso di integrazione e quindi tutte le persone hanno lasciato volontariamente il campo e sono state ricollocate. C’erano 33 nuclei familiari per un totale di 145 persone. In questo modo superiamo la retorica delle ruspe che nella pratica non hanno mai chiuso i campi rom».

A via Lombroso «abbiamo sperimentato un modello di “accompagnamento” delle famiglie che vorremmo replicare anche per gli altri campi della città – sostiene l’assessore capitolino alle Politiche sociali e alla salute Barbara Funari -. È attraverso l’ascolto, l’inclusione e il contrasto alla discriminazione che si può davvero cambiare pagina su questo tema». Nel dettaglio, delle 145 persone presenti, 36 hanno nazionalità italiana, 85 bosniaca e 24 sono apolidi. Complessivamente, 49 le donne (tra cui 3 anziane sole); 39 gli uomini. Con loro 38 minori femmine e 19 minori maschi.

Gualtieri parla a margine della firma di un protocollo, in Prefettura, contro l’abusivismo immobiliare. «Chi era nelle graduatorie per le case popolari, quindi senza passare davanti a nessuno, è stato ricollocato in una casa popolare – chiarisce, in riferimento alle persone sgomberate dal campo -; gli altri hanno avuto dei percorsi di ricollocamento personalizzati rispetto alle loro esigenze,  con una maggiore attenzione alle situazioni fragili. Soltanto sei nuclei familiari erano in grado di ricollocarsi autonomamente e non hanno avuto bisogno di assistenza. Tutti i bambini – assicura ancora il sindaco – sono stati ricollocati nelle scuole vicino alle loro abitazioni».

Sul posto, entro giugno 2026 nascerà un bosco urbano. Il primo passo è la ripulitura e la bonifica, «perché abbiamo trovato una situazione di degrado incredibile – sono ancora le parole del primo cittadino -. I lavori di riqualificazione sono già iniziati, ci sono già gli operatori di Ama che stanno raccogliendo e ripulendo tutto. Ci vorrà un po’ di tempo perché ci sono container e baracche». A dettare i termini però è la scadenza del Pnrr: «Entro giugno del 2026 lì ci dovrà essere un parco».

17 settembre 2024