Chiese orientali: l’invito a «rimanere solidali» coi cristiani di Terra Santa
La lettera per la Colletta, del prefetto Gugerotti: «Proprio mentre l’umanità si stava risollevando dalle conseguenze della pandemia, gli sconvolgimenti del terremoto»
Arriva dal prefetto delle Chiese orientali Claudio Gugerotti il rinnovato appello a «rimanere solidali con la comunità cristiana della Terra Santa, come già fece l’Apostolo delle Genti, san Paolo, con la colletta avviata per la chiesa di Gerusalemme». Lo scrive nella lettera per la Colletta dei cristiani in Terra Santa, tradizionalmente legata alla celebrazione del Venerdì Santo. «Proprio mentre l’umanità si stava lentamente risollevando dalle conseguenze della pandemia, abbiamo assistito poche settimane orsono agli sconvolgimenti provocati dal terribile terremoto – si legge nel testo -. Esso è stato percepito anche a Gerusalemme, ma ha provocato danni e seminato un numero altissimo di morti in Siria e nel sud della Turchia, terre visitate dalla predicazione apostolica e luoghi in cui è fiorito il cristianesimo delle origini con insigni tradizioni monastiche ed eremitiche, o scuole teologiche che hanno contribuito allo sviluppo della comprensione del mistero di Cristo di cui noi tutti siamo debitori, anche se spesso non le conosciamo, a causa delle persecuzioni che le estinsero».
Dopo 12 anni di conflitto, evidenzia Gugerotti, «al dramma della guerra, in Siria, si è aggiunta la devastazione provocata dai palazzi crollati a causa delle forti scosse sismiche. Tanti nostri fratelli e sorelle nella fede e nell’umanità hanno affrontato un nuovo esodo dalle loro case, questa volta non più per il rischio delle bombe o per quello che aveva significato l’invasione della Piana di Ninive in Iraq, ma perché anche la casa, dimora degli affetti più cari, il rifugio della propria famiglia, ha vacillato rischiando di diventare e spesso trasformandosi di fatto in una tomba di morte». Il prefetto ricorda anche gli atti vandalici presso la chiesa della Flagellazione, lungo la Via Dolorosa, a Gerusalemme: «In quel Crocifisso mutilato siamo invitati a riconoscere il dolore di tanti nostri fratelli e sorelle che hanno visto egualmente straziati i corpi dei propri cari sotto le macerie o colpiti dalle bombe, e a percorrere con loro, mano nella mano, la via della Croce, sapendo che ogni sepolcro, proprio come quello della basilica dell’Anastasis, nella Città Santa, non è l’ultima parola sulla vita dell’uomo di ogni tempo».
La Custodia francescana attraverso la Colletta può sostenere e portare avanti la missione che le è propria: «Custodire i Luoghi Santi, le pietre della memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive di Terra Santa, attraverso tante attività di solidarietà, come ad esempio il mantenimento delle strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali». I territori che ne beneficiano, sotto diverse forme, sono Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq. Di norma, la Custodia di Terra Santa riceve il 65% della Colletta, mentre il restante 35% va al dicastero per le Chiese orientali, che lo utilizza per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale e i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente.
24 marzo 2023