Chiese incendiate in Cile, la solidarietà del Papa

A trasmetterla al popolo, l’arcivescovo di Santiago Celestino Aós: «Ci è vicino, prega per noi e si chiede, come noi, come può aiutarci ad andare avanti»

Dopo le manifestazioni violente di domenica scorsa, 18 ottobre, nelle quali sono state incendiate due chiese della Capitale cilena, Papa Francesco ha espresso la sua vicinanza e solidarietà al popolo del Cile, incoraggiandolo a continuare nella sua missione alla ricerca della pace e dell’incontro. Lo ha riferito, in un’intervista a Radio Maria del Cile l’arcivescovo di Santiago Celestino Aós, che ha avuto modo di parlare con il pontefice subito dopo i fatti di domenica.

Riportando indirettamente il contenuto del colloquio, il presule ha detto: «Voglio trasmettere a tutto il popolo cileno, non solo ai cattolici, la solidarietà del Santo Padre che è così vicino, che prega per noi e si chiede, come noi, come può aiutarci ad andare avanti». L’arcivescovo è tornato quindi sui fatti di domenica scorsa, affermando che la sua preoccupazione va oltre la distruzione materiale degli edifici, poiché è la sofferenza delle comunità parrocchiali che genera la maggiore preoccupazione. «In questo momento sono oltraggiate – ha detto – ma a essere oltraggiata non è solo un’immagine, è principalmente il popolo di Dio, noi, i credenti e questo è ciò che fa male».

Riguardo al plebiscito di domenica prossima, 25 ottobre, nel quale i cileni saranno chiamati a dire se vogliono l’avvio di un processo che porti a una nuova Costituzione, Aós ha chiesto ai cittadini di essere responsabili e coinvolti in questo processo, adempiendo al dovere civico e al diritto di esprimere la propria volontà attraverso il voto, nella consapevolezza che le azioni che si fanno hanno delle conseguenze. «In questo momento – ha concluso – vogliamo costruire e  vivere in pace».

23 ottobre 2020