Chiesa degli Artisti, il “Racconto di Natale” di Niccoli e Tosi

L’omaggio a Danilo Donati, costumista di Fellini, nel presepe donato dalla Fondazione Fendi alla basilica. Don Insero: «L’arte ci aiuta a dire l’indicibile»

L’omaggio a Danilo Donati, costumista di Fellini, nel presepe donato dalla Fondazione Fendi alla basilica. Don Insero: «L’arte ci aiuta a dire l’indicibile»

Una Sacra Famiglia in mezzo ai saltimbanchi, un omaggio a Danilo Donati, il grande costumista di Federico Fellini. Un “Racconto di Natale” diverso è il presepe ideato dall’architetto Quirino Conti e donato dalla Fondazione Carla Fendi alla basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti, che da mercoledì 14 dicembre è in mostra fino al prossimo 15 gennaio. Il “Racconto”, che ha preso le mosse dalla collaborazione del fotografo Fiorenzo Niccoli e dal costumista premio Oscar Piero Tosi, si compone di cinque grandi pannelli disposti a semicerchio che raffigurano un set appena prima del ciak. Protagonisti: i ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia con la partecipazione di Milena Vukotic.

Nella serata inaugurale, l’attrice, ha letto un racconto scritto apposta. Poi è stato rimosso il drappo bianco che copriva le immagini. I personaggi, nei costumi di scena, guardano la scena della Natività. Le foto nella fissità dello scatto restituiscono la vitalità di un gruppo ingombrante e chiassoso come può essere quello che lavora in un circo. Niccoli e Tosi hanno voluto ambientare il “Mistero”, tra i modesti saltimbanchi di un circo da due soldi – clown, ballerine, equilibristi e giocolieri ignorati dal grande pubblico – perché il Divino nascesse sotto i loro sguardi adoranti. Al centro la Madonna seduta tiene in braccio il bambino con Giuseppe che le si appressa con fare protettivo, ma proprio vicino a loro, in questo “racconto”, c’è anche un piccolo Pierrot con un sorriso furbo.

Ogni anno la realizzazione del presepe è affidata alla creatività di grandi artisti contemporanei, quest’anno è toccato a Niccoli e Tosi, che hanno ricevuto la committenza direttamente da Carla Fendi. Fendi ha voluto essere presente alla serata e ringraziare gli artisti e don Walter Insero, rettore della basilica, che prosegue la tradizione del presepe artistico iniziata negli anni ’50: «Sono lieta di aver contribuito con la Fondazione Carla Fendi a questi incontri – ha detto l’imprenditrice della moda – dove Arte e Sacralità dialogano sempre per trovare nuove espressioni». Una visione che ben si adatta alla particolare raffigurazione sacra, ha aggiunto la direttrice della Scuola Nazionale di Cinema Caterina D’Amico: «Il presepe si rinnova ogni anno, non è un’opera d’arte pura, è uno spettacolo».

I ragazzi del Centro Sperimentale hanno partecipato dando fondo al loro impegno. «Anche se ci siamo divertiti» racconta Giovanni Macedonio, studente di fotografia che ha illuminato il set: «È una cosa molto artigianale, alcune luci le ho costruite con le mie mani. Il set di per sé non è stato molto complesso, abbiamo voluto lasciare le luci anche a vista per dare il senso della teatralità». Il lavoro di ricerca dei costumi è stato approfondito. L’Omaggio a Donati non è solo nello stile, alcuni dei costumi sono proprio gli originali prestati dalla sartoria Farani che li custodisce: «Ci hanno aperto le porte e ci hanno aiutato», racconta Alice Rinaldi che si è proposta da sola al maestro Tosi per lavorare al presepe: «Per alcuni costumi abbiamo cucito pure la notte».

Il risultato alla fine della mostra verrà custodito nella basilica. L’arte, ha ricordato, don Walter, va preservata: «L’arte ci aiuta a dire l’indicibile, ci fa affacciare sull’invisibile, e ci fa avvicinare al Mistero».

15 dicembre 2016