Chiara Corbella, la testimonianza finale è «grazia»

Un video amatoriale della famiglia proiettato nella parrocchia San Gaspare del Bufalo. La giovane donna morta nel 2012 rinviò le cure per salvare il bambino che portava in grembo

Della Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo si è scritto tantissimo in questi anni. Dal giorno della sua morte, il 13 giugno 2012, la sua storia è stata più volte raccontata dai genitori, papà Roberto Corbella e mamma Maria Anselma Ruzziconi, e dal marito Enrico Petrillo. Ma sabato 22 aprile, per la prima volta a parlare è stata proprio lei, Chiara. Nella parrocchia San Gaspare del Bufalo, all’Arco di Travertino, è stato proiettato un video intimo della famiglia, un filmato amatoriale che racchiude l’ultima testimonianza di Chiara rilasciata a Medjugorje dove era tornata con familiari e amici il 17 aprile 2012, dopo aver saputo di essere malata terminale.

È la testimonianza di una giovane donna di 28 anni che con disarmante semplicità e serenità, con fede granitica, racconta il suo fidanzamento non privo di ostacoli con Enrico, conosciuto proprio a Medjugorje, e i quattro anni di matrimonio durante il quale ha affrontato la perdita di due figli, Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni, morti subito dopo la nascita per gravi malformazioni. Al quinto mese della terza gravidanza a Chiara fu diagnosticato un carcinoma alla lingua e prese la ferma decisione di rimandare le cure per non far male a Francesco, il bambino che portava in grembo.

Nel video di 35 minuti Chiara appare con la benda sull’occhio destro colpito dalla malattia e il sorriso a illuminarle il volto. Trasmette gioia anche quando racconta dei suoi dialoghi con Gesù, con il quale aveva un rapporto confidenziale. Come è stato osservato, la parola pronunciata più volte nel filmato è “grazia”. La “grazia” per le gravidanze di Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni. La loro nascita «è stata un momento bellissimo – dice Chiara nel video -. Nessuno di noi immaginava che sarebbe stato così bello. Eravamo veramente felici».

Momenti vissuti dai coniugi con un’inspiegabile serenità perché «la grazia – ribadisce Chiara – è stata quella di unirci molto di più». I coniugi confessano agli amici, che «hanno donato tanta grazia e affetto», di essere rimasti molto «colpiti anche perché non è sembrato poco il tempo trascorso i bambini. È stato un tempo pieno».

Enrico e Chiara nel video affermano di «aver vissuto un miracolo» perché nelle tante prove affrontate in pochissimi anni «la grazia» che Dio ha donato agli sposi è stata quella di non cedere allo sconforto e di rimanere sempre più uniti. E ancora «la grazia» della serenità che si vive in famiglia anche dopo aver saputo che la malattia di Chiara era terminale. «Siamo qui a Medjugorje perché tutto è cominciato da qui», spiega Chiara ai tanti amici presenti. Dice di aver chiesto la grazia della guarigione, ma se non dovesse esserci «chiediamo la grazia di vivere con grazia questo momento fino alla fine». Nel video alcuni momenti del funerale di Chiara celebrato nella chiesa di Santa Francesca Romana con Enrico che suona i canti da lui composti per il loro matrimonio. Il filmato si chiude con Chiara che pochi giorni prima della morte è in spiaggia con il figlio Francesco e gli insegna l’Alleluia mentre gioca con la sabbia.

Un filmato che coinvolge «emotivamente», ha detto il papà Roberto dialogando con la giornalista di Tv2000 Lucia Ascione. «Siamo stati fortunati perché Chiara ci ha preparati fino all’ultimo giorno», ha aggiunto pensando ai tanti genitori che hanno perso i figli improvvisamente e in circostanze drammatiche. «Chiara era pacata ma molto determinata – ha aggiunto -. Ha sempre deciso tutto con pacatezza e fermezza allo stesso tempo. Le scelte fatte le comunicava e la percezione era che quella fosse la scelta giusta e non ci fosse una seconda ipotesi». Gli ultimi mesi di vita di Chiara sono stati un «paradosso» perché sono stati «i migliori. Chi ci veniva a trovare pensava di trovare una famiglia disperata ma invece incontrava una banda di matti».

Una serenità e allegria che Chiara esprimeva «con tale naturalezza che tutti noi che le eravamo introno la seguivamo». La mamma Anselma, che fino all’ultimo ha sperato nel miracolo della guarigione di Chiara, ha confessato che all’inizio «è stata un po’ arrabbiata con il Signore». A darle forza la serenità di Chiara che «è morta dicendo “vi voglio a tutti bene. Stati sereni”. Questa frase mi riecheggiava nell’orecchio e ho preso questa come indicazione per il nostro prosieguo nella vita. Poi ho capito che sono le aspettative personali che ci deludono. Il Signore non ci ha tolto una figlia ma ce l’ha donata attraverso i tanti frutti che vediamo».

Per don Domenico D’Alia, parroco di San Gaspare del Bufalo, dei Missionari del Preziosissimo Sangue, la Serva di Dio, per la quale è in corso il processo di beatificazione, «è l’espressione di chi ha una relazione chiara con la grazia anche davanti all’impossibile». Il video mostra «la testimonianza più grande – ha aggiunto -. Questo è essere cristiani, non come lo siamo noi all’acqua di rosa, un cristianesimo di facciata, ipocrita, finto, banale, slavato, superficiale. Non siamo capaci di testimoniare la gioia, per questo la gente se ne va. Noi non abbiamo il viso da risorti, lei sì, ma lei non era “super girl”, era una mamma, una donna che si è abbandonata alla grazia di Dio. Imitiamola. Abbiamo bisogno di modelli così, semplici, naturali, in collegamento costante con la grazia».

24 aprile 2023