“Chi ben comincia “. Consigli utili per la scuola

All’inizio del percorso, sarebbe utile riuscire a stabilire una routine che diventi una sana abitudine. Stabilendo insieme, genitori e figli, dove intervenire, con poche regole, purché rispettate. Agli adulti il compito di dare istruzioni e sostenere

Con l’inizio della scuola spesso si sviluppano argomenti relativi al rincaro dei libri, alla quantità di articoli di cancelleria richiesti, agli zaini ergonomici. In alcuni casi si intervistano scolari o genitori per conoscere le speranze o le previsioni per il nuovo anno scolastico. Eppure nonostante tutti i buoni propositi, subito dopo i primi giorni si ritorna alle vecchie abitudini. Quasi mai si fa riferimento alla fatica dei genitori per la mole dei compiti, il materiale dimenticato a casa, i diari in cui mancano le pagine da studiare o vengono appuntate nei giorni sbagliati, le verifiche di cui si viene a conoscenza solo la sera precedente. Tutto questo risulta impegnativo e rende faticoso il percorso sia delle famiglie che degli scolari.

Cosa fare? Spesso l’errore che si commette è quello di caricarsi di troppi oneri, avvilendosi nel momento in cui non vengono soddisfatte le proprie aspettative. Invece sarebbe vantaggioso riuscire a stabilire una routine, mantenendone la stabilità perché diventi una sana abitudine. Un metodo, ad esempio, potrebbe essere quello di introdurre poche regole, purché siano rispettate e rispondano al criterio di efficacia e stabilità.

Come? Si decide tutti insieme per definire dove intervenire. Potrebbe essere la puntualità al mattino, per cui si potrà organizzare la routine di lavarsi e vestirsi prima di andare a scuola. Altre volte é necessario intervenire perché non si dimentichi il materiale a casa, pertanto si renderà sistematico preparare lo zaino con l’occorrente la sera prima. Qualche volta è necessario insegnare ai bambini come fare per non dimenticare effetti personali a scuola. Altresì potrebbe trattarsi della difficoltà di iniziare a fare i compiti, per cui sarebbe auspicabile stabilire un orario d’inizio definito dal timer e una scaletta. Sarà estremamente importante all’inizio procedere con disciplina, sia perché a lungo termine è difficile mantenere un metodo, sia perché la nuova regola diventi sistematica.

Dove? Le regole possono essere disegnate o scritte e appese in cameretta, in cucina, in bagno, a seconda di ciò che riguardano. Relativamente al posto migliore in cui svolgere i compiti, invece, non c’è una stanza della casa più appropriata di un’altra in cui studiare. Non sarebbe una buona idea lavorare in una stanza buia, con la scrivania in una posizione malagevole e piena di cose inutili oppure utilizzare una seduta scomoda rispetto al piano del tavolo. Potremmo fare i compiti comodamente in salotto, se questo fosse ben illuminato, non invaso dagli altri inquilini della casa, lontano da rumori eccessivi e disponessimo di un tavolo grande e di una sedia confortevole.

C’è un altro punto da toccare e forse è il più importante: il ruolo dell’adulto. Nel mio lavoro spesso capita di ascoltare le lamentele dei genitori relativamente ai propri figli, che sono quasi sempre definiti disordinati, svogliati, ritardatari e sbadati. Descritti a scuola con l’etichetta: «Si impegna il minimo indispensabile, ma potrebbe fare di più». Le descrizioni sono sempre vere e calzanti, il problema è che spesso non ci sono d’aiuto. L’adulto, infatti, frustrate le proprie aspettative, ammonisce i figli perché questi si accorgano dell’errore e cambino atteggiamento, ma con scarsi risultati. I ragazzi e ancor di più i bambini non hanno bisogno unicamente di rimbrotti ma di esempi, di qualcuno che mostri loro come fare e che li sostenga. Sono abituati ai maestri in cattedra, perché ci convivono tutto l’anno; al contrario seguirebbero con più slancio una guida che gli dia le istruzioni e li sostenga. Operare questo cambiamento di prospettiva generalmente attenua gli scontri e ci offre la possibilità di essere più concreti.

In ultimo, il consiglio più sentito, è quello di fare delle richieste calibrate sulla base delle singole peculiarità. Ad esempio, nel dibattito sulla validità dell’aiuto nei compiti a casa ai fini di una adeguata autonomia nello studio, spesso non si considera la sopraggiunta capacità del bambino di lavorare in modo autosufficiente. Se questo non avviene sarà necessario intervenire e spendere del tempo per insegnargli un metodo, per aiutarlo ad organizzarsi affinché impari a lavorare, almeno per alcune attività, in modo indipendente dall’adulto. Va ricordato che il supporto serve anche a incoraggiare e non funziona se ci sono continui rimproveri o troppe imposizioni. L’attività va svolta insieme per ricercare insieme trucchi e metodi efficaci.

Chi ben comincia è a metà dell’opera. Non mi resta che augurare a tutti un buon lavoro!

18 settembre 2014