Chef stellati a Villa Glori, per raccogliere fondi per il rilancio

Cena di beneficenza e asta benefica per sostenere la ristrutturazione dei padiglioni. Raccolti quasi 13mila euro. L’obiettivo: farne un polo sanitario orientato alle “polifragilità”

Villa Glori è un bellissimo spazio di verde e di pace, tra l’ansa del Tevere e e i quartieri Flaminio e Parioli, ma soprattutto è un luogo di cura che è profondamente intrecciato con la storia stessa della Caritas diocesana di Roma, fondata da don Luigi Di Liegro nel 1980. Don Di Liegro trasformò la villa, o almeno parte di essa, in un luogo di cura e accoglienza per i malati di Hiv nel 1988, un periodo in cui lo stigma verso i malati e il timore nei confronti di questa malattia era enorme. Da quel momento per per più di trent’anni quello spazio è stato la salvezza di centinaia e centinaia di persone e delle loro famiglie, che hanno potuto trovare serenità, legami, affetto e cura. Proprio per questo Caritas adesso vuole intraprendere una opera di ristrutturazione e riqualificazione dei padiglioni – uno dei quali coinvolto nel progetto del Pnrr per “l’housing first e stazione di posta” -, per la quale avvierà una raccolta fondi tra fondazioni, imprese, sponsor e comunità.

«Villa Glori rappresenta molto per la città e per la Caritas di Roma; nel momento in cui abbiamo un progetto di rivisitazione dei servizi in ambito sanitario per persone povere, ci sembrava giusto e importante condividere questo momento con amici, interlocutori, volontari questa fase nuova». Così Giustino Trincia, direttore dell’organismo pastorale diocesano, che spiega come il rapporto tra malattia e povertà sia un terreno che dopo la pandemia è esploso: «Il Covid ha mostrato tutte le carenze del servizio sanitario nazionale e la necessità di una sanità pubblica che va rilanciata». Per il direttore Caritas bisogna «reinvestire pesantemente nella sanità: è questo che possiamo imparare dal Covid». Ma il rilancio di Villa Glori a chi è dedicato? «È rivolto verso le persone in condizioni di maggiore fragilità, in parte sempre alle persone con Aids, in parte ai malati di Alzheimer», dice ancora Trincia. È dedicato alle cosiddette “polifragilità”, cioè a quelle persone povere che hanno frequenti ricoveri in ospedale per una tipologia di post acuzie, persone che hanno terminato una parte della loro cura ma hanno bisogno di essere seguite: persone sole o persone senza fissa dimora che non hanno luoghi che li accolgano e li accompagnino nei loro bisogni. «A Roma – conclude Trincia – non ci sono strutture e a volte sono costrette a rimanere nei reparti degli ospedali»; Villa Glori è un polo sanitario che guarda a queste fragilità.

Il primo passo per questo rilancio è stata una cena di beneficenza che si è svolta ieri sera, 20 giugno, grazie al lavoro gratuito donato da moltissime associazioni e dagli chef stellati Gennaro Esposito, Anthony Genovese, Giovanni Solofra e Roberta Merolli e Pietro Piazzoli, che hanno cucinato per un centinaio di ospiti nell’ottava edizione di “Quattro chef per la Caritas”. A pranzo alla mensa Giovanni Paolo II a Colle Oppio, alla sera nel complesso Marchiafava, presso le case famiglia nel parco di Villa Glori. Durante la cena anche un’asta benefica curata da Ansuini Aste  con gli oggetti provenienti dal progetto di economia circolare “Valori ritrovati”, nato dalla collaborazione tra Caritas di Roma e Poste italiane. Durante la serata sono stati raccolti così quasi 13mila euro che andranno al progetto di riqualificazione della struttura che ha ospitato la serata. Tra gli oggetti che ha avuto più offerte, una “vanghetta” da tartufo, uno strumento usato per dissotterrare il prezioso fungo, regalato al Papa e da lui firmato e messo a disposizione per l’occasione. (Lucandrea Massaro)

21 giugno 2023