Sono circa 3mila, secondo Coldiretti, le aziende agricole e le stalle in difficoltà nelle aree del Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpite dal terremoto della scorsa estate. Coinvolti in tutto 100mila animali allevati, che alimentano un fiorente indotto agroindustriale. «La terra che continua a tremare – spiegano presentando il monitoraggio effettuato – stressa anche gli animali con le mucche e le pecore che hanno ridotto di almeno il 30% la produzione di latte e si moltiplicano gli aborti anche perché spesso sono costrette a vivere in molti casi all’aperto dal crollo delle stalle».

Non solo. Con la raccolta del latte, proseguono da Coldiretti, «a rischio ci sono i pregiati formaggi del territorio, dal pecorino di Farindola al pecorino canestrato di Castel Del Monte, ma anche altre specialità di pregio famose in tutto il mondo conservate da secoli, dalla lenticchia di Castelluccio al pecorino dei Sibillini, dal Vitellone Bianco Igp alla patata rossa di Colfiorito, dallo zafferano al tartufo, dal ciauscolo al prosciutto di Norcia Igp».

Sotto il coordinamento di una apposita task force sono state avviate dalla Coldiretti numerose iniziative assieme all’Associazione italiana allevatori e ai Consorzi agrari, che hanno consentito anche la consegna di mangiatoie, mangimi, fieno, carrelli per la mungitura, refrigeratori e generatori di corrente oltre a roulotte, camper e moduli abitativi. Ma anche l’operazione “Adotta una mucca” per dare ospitalità a pecore e mucche sfollate a causa dei crolli delle stalle, “Dona un ballone” di fieno per garantirne l’alimentazione e la “Caciotta della solidarietà” realizzata con il latte degli allevatori terremotati, in vendita insieme agli altri prodotti tipici nei mercati di Campagna Amica per garantire uno sbocco di mercato dopo lo spopolamento forzato dei centri urbani colpiti dal sisma.

10 febbraio 2017