Centro Astalli: si accolgano i migranti soccorsi dalla Diciotti

58 uomini, 3 donne e 6 minori sono in attesa di sapere in quale porto potranno entrare. La richiesta alle istituzioni: «Misure responsabili che abbiano come priorità l’incolumità dei migranti

«Seria preoccupazione». Dal Centro Astalli non scelgono mezzi termini per commentare la vicenda che coinvolga in queste ore i 67 migranti a bordo della nave italiana Diociotti: 58 uomini, 3 donne e 6 minori, in attesa di conoscere il porto nel quale gli sarà permesso entrare. «Ancora una volta – si legge in una nota diffusa oggi, 10 luglio – l’assenza di operazioni efficienti di soccorso in mare, la chiusura dei porti e la mancanza totale di vie legali d’ingresso in Europa mettono in pericolo la vita di uomini e donne in cerca di salvezza».

I migranti erano stati salvati in acque libiche nella giornata di domenica 8 luglio dal rimorchiatore italiano Vos Thalassa, che opera al servizio delle piattaforme petrolifere. Più tardi, riferiscono dalla Guardia costiera, il comandante della nave ha segnalato una situazione di grave pericolo per la sicurezza della nave e del suo equipaggio, composto da 12 marittimi. Pericolo causato da «atteggiamenti minacciosi nei confronti dell’equipaggio stesso da parte di alcuni migranti, all’arrivo in zona della Guardia costiera libica». Per questo «si è reso necessario far intervenire la nave Diciotti», della Guardia costiera italiana, che ha il compito di tutelare la sicurezza sulle navi battenti bandiera italiana. «La Diciotti ha quindi preso a bordo i migranti mentre, accertate le buone condizioni di salute dell’equipaggio, la Vos Thalassa ha ripreso il suo lavoro». Il Viminale però ha confermato il suo no allo sbarco in Italia anche per la nave della Guardia Costiera e non ha indicato un porto dicendo che il trasbordo è stato deciso dalla Capitaneria.

C’era un «pericolo per l’equipaggio» della Vos Thalassa, ha sottolineato il ministro delle Infrastrutture Toninelli. «Stiamo ragionando. Se qualcuno ha fatto qualcosa che va contro la legge appena sbarca in Italia finisce in galera e non in un centro di accoglienza», ha assicurato Salvini, sottolineando che «il governo si muove in maniera compatta e univoca sull’immigrazione e non solo». La Guardia costiera intanto ha fatto sapere che il personale della Diciotti «ha già adottato le prime azioni volte al riconoscimento dei migranti e a individuare i responsabili dei disordini a bordo della Vos Thalassa, al fine di assicurarli alla competente autorità giudiziaria italiana».

Proprio alle istituzioni nazionali oltre che a quelle sovranazionali si rivolge il Centro Astalli, chiedendo «misure responsabili che abbiano come priorità l’incolumità dei migranti. Occorre abbassare i toni e agire con prudenza nell’interesse di tutti. La tensione che può esserci in una situazione di forte stress da parte di migranti esausti e spaventati va gestita, mai strumentalizzata correndo il rischio di alimentare polemiche che ostacolino il risolversi della vicenda nel migliore dei modi». Per i responsabili della struttura dei Gesuiti, «è verosimile che i migranti si siano spaventati e agitati alla possibilità di essere trasbordati e riportati in Libia.
È noto infatti che la Libia non è un Paese terzo sicuro e vi siano abusi e violazioni dei diritti umani ai danni dei migranti, denunciate, ancora una volta dall’Unhcr solo pochi giorni fa».

10 luglio 2018