Centro Astalli: fermare l’ecatombe nel Mediterraneo, «dovere europeo»

La strutture dei Gesuiti interviene dopo la notizia dei 200 migranti morti nel tentativo di fuggire dagli orrori della Libia e trovare rifugio in Europa

«Profondo cordoglio» arriva dal Centro Astalli per i 200 migranti morti nel Mediterraneo nel tentativo di fuggire dagli orrori della Libia e ottenere protezione in Europa. «Vicini al dolore delle famiglie delle vittime, vogliamo ribadire che lasciar morire in mare uomini, donne e bambini, nell’indifferenza di governi, istituzioni e società civile è inaccettabile male del nostro tempo», si legge in una nota diffusa questa mattina, 28 settembre. L’«ennesima, tragica prova», la definiscono, del fatto che «chiudere l’Europa attraverso accordi con Paesi in guerra, respingere i migranti e concentrarsi su come trincerarsi dentro le proprie frontiere acuisce problemi, aggrava crisi umanitarie e alimenta il traffico e la morte di esseri umani». Il tutto, a pochi giorni dalla presentazione del patto sulle migrazioni della Commissione europea.

Il presidente del Centro Astalli padre Camillo Ripamonti ricorda la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che la Chiesa ha celebrato ieri, domenica 27 settembre, sul tema “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire”. «Siamo chiamati a considerare l’altro un fratello, da accogliere e proteggere – afferma -. I migranti non sono numeri, sono persone con storie da ascoltare e conoscere. Lasciarli morire in mare senza soccorsi è abominio da fermare subito». Per questo il Centro Astalli chiede, ancora una volta, l’apertura di canali umanitari per chi scappa da guerre e persecuzioni e l’attivazione di quote per l’ingresso di migranti lavoratori. «Solo queste misure – affermano dal Servizio per i rifugiati dei Gesuiti – sono un reale deterrente al traffico di esseri umani».

Ancora, si chiede «l’attivazione immediata di operazioni europee di ricerca e soccorso in mare volte al salvataggio di migranti che rischiano di morire» e l’impegno di governi nazionali e sovranazionali a «gestire i flussi migratori nel rispetto dei diritti umani, della dignità e della vita di ogni essere umano che chiede protezione. Le convenzioni internazionali – osservano dal Centro Astalli – impongono ciò come presupposto della sussistenza stessa dell’Unione europea e della tenuta democratica degli Stati membri».

28 settembre 2020