Centri e residenze per persone con disabilità, gli orientamenti Cei per la riapertura

Potenziate le azioni pastorali a sostegno dell’inclusione, attraverso diverse tipologie di intervento, nelle linee di prevenzione del contagio da Covid-19

Appena avviata la fase 2 dell’emergenza sanitaria, il Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della Cei «ha voluto individuare e potenziare le azioni pastorali a sostegno dell’inclusione delle persone con disabilità, che la pandemia ha reso ancora più vulnerabili». Di qui gli “Orientamenti operativi pastorali per la riapertura dei servizi a carattere diurno per le persone con disabilità”, voluti per accompagnare le persone con disabilità, le loro famiglie e gli operatori che se ne prendono cura nelle parrocchie, nei centri diurni, nei luoghi aggregativi e nelle residenze sanitarie.

Il Servizio Cei, guidato da suor Veronica Donatello, propone quindi diverse tipologie di intervento negli ambiti dei servizi in remoto, di quelli domiciliari e in presenza, con raccomandazioni pastorali e linee di prevenzione dal contagio. Vengono forniti inoltre criteri utili per offrire la combinazione di servizi più adeguata a ciascuno. Nella consapevolezza che, come ha ricordato il Papa durante la preghiera dello scorso 27 marzo, «nessuno si salva da solo», appare fondamentale, infatti, mettere in atto una serie di azioni pastorali che possano sostenere in modo integrale (a livello materiale, psicologico e spirituale) le persone con disabilità e le loro famiglie. Tenendo in debito conto tutte le misure di prevenzione e protezione che assicurino le condizioni di base, in termini di sicurezza e salute, per consentire la relazione pastorale in tutte le sue forme.

8 giugno 2020