Censis, il traffico «tallone d’Achille della Capitale»

Presentato il secondo numero del diario “Roma verso il Giubileo”, che vuole descrivere i principali temi nell’agenda cittadina in vista dell’Anno Santo

Presentato il secondo numero del diario “Roma verso il Giubileo”, che vuole descrivere i principali temi nell’agenda cittadina in vista dell’Anno Santo

Roma è l’unica Capitale europea «in cui il servizio di trasporto pubblico non rappresenta la spina dorsale della mobilità cittadina. Basti considerare che nell’ora di punta della mattina assorbe appena il 28% della domanda di mobilità». Il secondo numero del diario “Roma verso il Giubileo” pubblicato dal Censis in vista dell’Anno Santo lo mette nero su bianco: «È il traffico il tallone d’Achille della Capitale». I problemi quotidiani legati alla mobilità urbana, si legge nell’indagine, «penalizzano non solo la vita dei residenti, ma sono valutati sempre più criticamente da tutte le categorie di visitatori». Basti pensare che nell’ora di punta del mattino «il tempo medio di viaggio per chi usa l’autobus si attesta sui 50 minuti per spostamenti che in media sono di poco superiori a 10 km».

Tram e metro comunque assorbono solo il 28% della domanda. Per la maggioranza dei romani infatti (il 58% degi itnervistati) una delle principali carenze della città è proprio un efficiente sistema di trasporto pubblico, «questione anteposta persino alla vivacità economica e occupazionale (segnalata dal 45% dei cittadini) o alla carenza di grandi attrezzature culturali (musei, gallerie, auditorium: 21%)». Gli autobus viaggiano lentissimi: nelle ore di punta all’interno dell’anello ferroviario la velocità commerciale varia da 12 a 15 chilometri orari. Scarseggiano le corsie preferenziali e i mezzi rimangono invischiati nel traffico. A fronte di un costo del biglietto tra i meno cari d’Europa (1,50 euro) poi il Comune stima un 35-40% di evasione sui mezzi di superficie. La rete di autobus è tra le più estese d’Europa: più di 3.500 chilometri di linee, 7mila fermate, oltre 2mila bus impiegati. Però, avvertono i ricercatori, si tratta di un’offerta «ancora poco gerarchizzata, con l’effetto paradossale di avere mezzi sovraffollati su alcune linee e in alcuni orari, e quasi un terzo caratterizzato da insufficienti livelli di utilizzo da parte dell’utenza». Diverso il discorso che riguarda la metropolitana, che nella Capitale ha un’estensione di 53 chilometri con la quale serve 278 milioni di passeggeri l’anno. Roma deve recuperare un notevole ritado storico sul fronte infrastrutturale. Basti pensare, è evidenziato nel rapport, che la metropolitana nella Capitale, la prima in Italia, è stata aperta solo sessant’anni fa con il percorso Termini-Eur (1955), mentre a Londra la prima risale al 1863, a Parigi al 1900, a Berlino al 1902, a Madrid al 1919. «Sono città – ammette il Censis – in cui scavare nel sottosuolo è certamente più semplice, ma che hanno considerato il trasporto collettivo una priorità e dove oggi l’estensione della rete ha ben altre dimensioni». La stessa Milano, per restare in Italia, che ha aperto la sua prima linea nel 1964, con la recente estensione della M5 ha raggiunto 95 km di rete e 328 milioni di passeggeri all’anno.A Roma è da record, invece, la concentrazione dei veicoli privati: se ne contano 2,5 milioni, di cui 1,9 di automobili, pari a un tasso di motorizzazione elevatissimo: 856 veicoli ogni mille abitanti. Cifre senza uguali tra le grandi Capitali europee, che allungano il tempo medio di spostamento di chi viaggia in auto nelle ore di punta intorno ai 45 minuti, a causa del traffico. Tra le conseguenze anche gli incidenti stradali: 16mila all’anno, con oltre 20mila feriti e circa 150 vittime, per un costo sociale stimanto in quasi 500 euro a testa all’anno.
Ad aggravare «le patologie di una città a struttura fortemente centripeta», secondo i ricercaatori Censis, anche lo spostamento di quote rilevanti di popolazione verso l’estrema periferia, se non verso l’hinterland, in cerca di abitazioni dal costo più sostenibile. Nel 1998 il 18% dei romani abitava fuori dal Grande raccordo anulare; oggi la percentuale è salita al 26%. A questi si aggiungono poi i pendolari residenti al di fuori del territorio comunale in ignresso verso la città: «Nel 2004 gli spostamenti giornalieri verso Roma originati dal resto della provincia erano 550mila, sono diventati 820mila nel 2013». Eppure nelle aree fuori o a cavallo del Grande racconro anulare il trasporto pubblico ha un ruolo marginale: assorbe solo il 19% della domanda di mobilità. Significativo anche l’impatto del turismo, con il dato di 16,3 milioni di visitatori registrati nel 2014, pari a «una media giornaliera di 107mila pesone in più che si concentrano soprattutto nella parte storica della città, “invasa” dai bus turistici».Cresce la domanda relativa alla bicicletta, il cui uso però è ancora limitato. I 258 chilometri di piste ciclabili stabiliscono in termini numerici un record tra le città italiane, ma basta rapportare il dato alla popolazione residente per capovolgere immediatamente la situazione: si tratta, in concreto, di 1 chilometro ogni 11mila abitanti. A Bologna ce n’è 1 ogni 3mila residenti; a Firenze ogni 6.500; a Torino ogni 8.100; a Milano ogni 10mila. Più di 100mila infine gli abbonati ai servizi di car sharing a flusso libero promossi da Car2Go, con 500 automobili, e da Enjoy-Eni, con 600 vetture.
26 maggio 2015