Celebrazione dei funerali, le disposizioni da osservare

Le limitazioni per il perdurare dell’emergenza: massimo 15 partecipanti, niente assembramenti, mascherina obbligatoria per il sacerdote e sanificazione dei luoghi di culto

Da oggi, 4 maggio, è possibile tornare a celebrare i funerali, anche se con alcune limitazioni dovute al perdurare dell’emergenza sanitaria. Un passo certamente significativo, dopo che in queste ultime settimane migliaia di persone sono morte in tutta Italia senza il conforto di un familiare o di un affetto caro. Le esequie, prevede il Dpcm firmato domenica 26 aprile dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sono consentite «con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro».

Il prelato segretario del Vicariato monsignor Pierangelo Pedretti ha comunicato il 30 aprile ai sacerdoti della diocesi le disposizioni contenute in una nota della Conferenza episcopale italiana a complemento delle decisioni del ministero dell’Interno. Queste alcune delle indicazioni: misurare la temperatura corporea ai partecipanti alle cerimonie funebri e bloccare l’accesso a chi ha più di 37,5° C; evitare spostamenti durante la distribuzione dell’Eucaristia; e ancora, mascherina obbligatoria per il sacerdote e sanificazione e igienizzazione dei luoghi di culto, anche se si specifica che è suggerita la celebrazione all’aperto; evitare la formazione di assembramenti o di cortei per accompagnare il trasporto del feretro. Sul primo punto, nella giornata di domenica, il sottosegretario della Cei, don Ivan Maffeis, parlando a RadioUno, ha spiegato che non sarà più obbligatoria la misurazione della temperatura: «C’era una difficoltà enorme, il Comitato tecnico-scientifico, consapevole di come molti italiani stiano assumendo sempre maggiore responsabilità,  ha accettato di non rendere vincolante questa disposizione. Quindi, il termoscanner richiesto in un primo momento, non è più considerato tale».

«Roma Capitale, in collaborazione con altri enti e istituzioni statali, d’intesa con il Vicariato – fa sapere Pedretti – ha confermato la disponibilità a sanificare i luoghi cittadini di probabile aggregazione, nonché le aree antistanti i luoghi di culto. Per quanto riguarda la sanificazione degli spazi interni, il Comune contatterà i parroci per un intervento una tantum». La diocesi ha prenotato un termometro digitale per ogni parrocchia che sarà recapitato al più presto.

4 maggio 2020