Celebrati in Vaticano i funerali del cardinale Grech

Il vice decano del Collegio cardinalizio Re: «Lo ricordiamo per la straordinaria attività di studio e di insegnamento e l’intensa attività pastorale»

È stato il cardinale Giovanni Battista Re, vice decano del Collegio cardinalizio, ha presiedere ieri mattina, 2 gennaio, all’altare della Cattedra della basilica vaticana i funerali del cardinale Prosper Stanley Grech, deceduto il 30 dicembre. Al termine della celebrazione, Papa Francesco ha presieduto il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio. «Tenetevi pronti, con le lucerne accese», il monito consegnato dal Vangelo, ripreso dal cardinale Re nella sua omelia. «La notte di Natale il cardinale Grech era qui in questa basilica a concelebrare la Messa col Santo Padre – ha ricordato -. Lunedì di questa settimana era, come di solito, a tavola con la comunità agostiniana, conversando col suo carattere affabile, e poche ore dopo il Signore l’ha chiamato a sé». Una morte improvvisa, dunque, ma che «non l’ha trovato impreparato», ha proseguito il porporato, perché la sua età, «94 anni la vigilia di Natale, e la sua vita consacrata a Dio nell’Ordine di Sant’Agostino lo avevano messo in attesa dell’ultima chiamata».

Il vice decano del Collegio cardinalizio ha ripercorso l’esistenza di Grech, in cui centrali sono stati lo studio e l’insegnamento della Teologia, «nella piena fedeltà al Magistero della Chiesa», prima nella sua terra e poi presso varie università romane e britanniche. «Insieme con questa straordinaria attività di studio e di insegnamento – ha evidenziato Re – , padre Prospero trovò sempre il tempo per svolgere un’intensa attività pastorale nella Cappella di Santa Monica, aperta al pubblico, dove volentieri era disponibile anche per ascoltare le confessioni». Nel concistoro del febbraio 2012, Papa Benedetto XVI lo creò cardinale assegnandogli la diaconia di Santa Maria Goretti, promuovendolo contemporaneamente all’episcopato.

Di lui Re ha ricordato anche la passione per sant’Agostino e per i suoi insegnamenti, della cui attualità era profondamente convinto: «In differenti occasioni egli ha affermato che Sant’Agostino, soprattutto nel libro delle Confessioni, parla di sé, della sua esperienza, ma “siccome si tratta dell’esperienza che l’uomo vive in ogni epoca, allora leggendo Sant’Agostino leggiamo qualche cosa di noi stessi, dei problemi della Chiesa di oggi, dei problemi della società, delle relazioni fra Stato e Chiesa e così via, perché basta leggere qualsiasi opera di Sant’Agostino che sempre si trova qualche cosa che parla direttamente al cuore”».

3 gennaio 2020