Cei: formare artigiani di pace per dire no alla “cultura del conflitto”

Tra i temi al centro della sessione invernale del Consiglio permanente anche il calendario con le iniziative per il Giubileo. Il Papa a Trieste il 7 luglio per la Settimana sociale

È urgente che «l’anelito di pace» si declini in preghiera, amicizia, volontà di educare alla riconciliazione, perché «mai come in questo tempo servono artigiani di pace». La riflessione sulla capacità della Chiesa di incidere nella società, «aprendo orizzonti di speranza ed educando alla pace», è racchiusa nel comunicato finale della sessione invernale del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, svoltasi a Roma dal 22 al 24 gennaio, sotto la guida del cardinale presidente Matteo Maria Zuppi. I vescovi ricordano che l’impegno per la pace deve diventare prioritario a tutti i livelli, «internazionale, nazionale, comunitario, ecclesiale, familiare, individuale». Questo perché c’è molta preoccupazione per il «diffondersi di una cultura del conflitto», che ha nel linguaggio violento e nella corsa al riarmo due elementi fondamentali. Da qui l’invito a «educare alla pace», proponendo percorsi formativi e alternative valide, specialmente alle nuove generazioni, «spesso destinatarie di un’attenzione marginale».

Durante i lavori, alcune riflessioni sono state incentrate sulla dichiarazione del dicastero della Dottrina della fede, Fiducia supplicans. Il documento, ha spiegato Zuppi, «si pone nell’orizzonte della misericordia, dello sguardo amorevole della Chiesa su tutti i figli di Dio, senza tuttavia derogare dagli insegnamenti del Magistero». Come peraltro già sottolineato dalla dichiarazione stessa che conferma la dottrina tradizionale della Chiesa sul matrimonio e non ammette alcun «tipo di rito liturgico o benedizioni simili a un rito liturgico che possano creare confusione».

I vescovi hanno anche scelto «la ricezione della fase sapienziale del Cammino sinodale» come tema principale della 79ª Assemblea generale che si terrà dal 20 al 23 maggio 2024. «Sarà l’occasione – sottolineano – per accogliere la restituzione proveniente dalle Chiese locali, attraverso il lavoro delle commissioni del Cammino sinodale, avviarsi verso l’ultima fase, quella profetica, ed elaborare il contributo specifico della Conferenza episcopale italiana al Sinodo dei vescovi». Sarà anche occasione per i vescovi per presentare la proposta di una versione italiana del rito di istituzione di catechisti, ministero istituito da Papa Francesco il 10 maggio 2021, con la Lettera apostolica in forma di Motu proprio “Antiquum Ministerium”.

Presentato il calendario con gli appuntamenti predisposti dalla Santa Sede per il prossimo Giubileo, il Consiglio ha raccolto l’invito di Papa Francesco a dedicare il 2024 alla preghiera, confermando «l’importanza di organizzare iniziative di preghiera nelle diocesi, che vedano protagonista il popolo di Dio». In quest’ottica i vescovi hanno sottolineato l’importanza della figura del delegato diocesano, che ha il compito di interfacciarsi con il dicastero per l’Evangelizzazione per tutto ciò che riguarda l’organizzazione e la promozione degli eventi in diocesi e del pellegrinaggio diocesano o regionale. A conclusione dell’Assemblea, infine, il segretario generale l’arcivescovo Giuseppe Baturi ha reso noto che sarà Papa Francesco a chiudere la 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia, in programma dal 3 al 7 luglio a Trieste.

24 gennaio 2024