C’è il nuovo decreto per l’assistenza domiciliare nel Lazio. Nessun taglio

Modificata la misura che riorganizza il servizio. L’assessore D’Amato (Sanità): «Stanziati 55 milioni in più per migliorare la qualità e istituito un tavolo tecnico»

Lo aveva annunciato l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’amato ma ora la notizia è ufficiale: il decreto che riorganizza e riqualifica l’assistenza domiciliare integrata nel Lazio (DCA 525 del 30 dicembre 2019) è stato modificato, con decreto del Commissario ad Acta n. 2273 del 17 febbraio. «Così come richiesto dalle associazioni degli utenti, è stato espunto l’ultimo capoverso del paragrafo 4, che aveva creato disorientamento – fa sapere l’assessore -. Il nuovo decreto sarà ora pubblicato sul Bollettino ufficiale». Non solo: «È stato costituito un tavolo tecnico con la presenza di tutte le Asl, le direzioni regionali competenti, nonché i rappresentanti delle associazioni dei pazienti, delle organizzazioni sindacali, dell’ordine dei medici e delle professioni infermieristiche. Questo tavolo garantirà il supporto all’amministrazione regionale per monitorare la qualità dei servizi assistenziali erogati”.

Rientra quindi l’allarme lanciato dalle associazioni, relativo al taglio delle ore di assistenza, che sarebbe stato «catastrofico – denunciavano – per tante famiglie». Ora, «il decreto stabilisce che le Asl continueranno, senza interruzioni, a mantenere i Piani assistenziali integrati (Pai) in essere alle medesime condizioni senza riduzione del trattamento assicurato – afferma l’assessore -. Devono essere garantite da parte dei soggetti erogatori accreditati la copertura delle visite specialistiche, dei dispositivi e la consegna a domicilio di ogni ulteriore presidio fornito dalla Asl. Per i nuovi pazienti ad alta complessità, varranno le medesime modalità di assistenza garantite già agli attuali assistiti. Ogni Asl dovrà garantire la funzione di un “case manager” per fornire un riferimento univoco ai caregiver e agli utenti. Nel decreto non c’è alcuna riduzione di ore o di assistenza rispetto al passato – conclude quindi D’Amato – anzi investiamo nel prossimo triennio 55 milioni di euro in più per migliorare la qualità del servizio e la copertura».

Fondamentale il ruolo svolto dalle associazioni, che hanno presentato le loro obiezioni alla Regione, manifestando il proprio dissenso e minacciando proteste di piazza. «La Fish e le altre associazioni avevano rappresentato le numerose criticità che sarebbero derivate dall’applicazione del DCA 525 – ricorda oggi Daniele Stavolo, presidente di Fish Lazio – adottato senza una preventiva valutazione del reale bisogno delle persone interessate, in un incontro presso la Regione Lazio svoltosi lo scorso 12 febbraio. Apprezziamo il dietrofront della Regione Lazio – commenta – rispetto a una regolamentazione che dovrebbe offrire tutele adeguate in termini di assistenza materiale, fornitura dei presidi necessari e interventi di natura specialistica per i beneficiari, evitando la standardizzazione delle prestazioni che vanno a mortificare il loro diritto alla salute e causano un’inevitabile perdita della qualità della vita per l’intero nucleo famigliare. Al fine di assicurare i necessari criteri di appropriatezza delle cure domiciliari – conclude Stavolo – esortiamo l’assessorato competente ad aprire da subito un confronto con le organizzazioni di rappresentanza dei destinatari sulle misure da adottare attraverso una nuova disciplina di riferimento».

18 febbraio 2020