Cattolici, la riflessione sulla dignità della morte
L'11 settembre il convegno delle associazioni del Tavolo per la famiglia e la vita presso la Cei, in vista della scadenza concessa dalla Consulta al Parlamento per legiferare sul suicidio assistito
Ci sono situazioni drammatiche in cui equilibri e convinzioni si sbriciolano. Perciò è sempre necessaria una premessa: non possiamo giudicare nessuno ma vogliamo avere autentica compassione per tutti coloro che soffrono a causa di malattie inguaribili o disabilità importanti. Come ha recentemente dichiarato Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita, «non possiamo e non dobbiamo chiuderci di fronte a queste vicende umane ma comprendere e abbracciare chi attraversa questi deserti; soprattutto bisogna prevenire lo sfinimento e la disperazione con una solidarietà personale e collettiva che non si arrende sfiduciata ma rilancia sempre se stessa nell’avventura di una maggiore prossimità concreta e amorevole».
Le associazioni che partecipano al Tavolo per la famiglia e la vita presso la Conferenza episcopale italiana (Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri cattolici, Movimento per la Vita, Scienza e Vita, Forum socio-sanitario, Forum delle famiglie, Associazione italiana medici cattolici) hanno pubblicato il 10 luglio un documento in cui ribadiscono un sì alla vita incondizionato, esprimendo la preoccupazione per quanto sta avvenendo: in assenza di atti del Parlamento il 24 settembre l’eutanasia e il suicidio assistito potrebbero irrompere in Italia in virtù dell’ordinanza della Corte Costituzionale n. 207 del 2018. Il giorno dopo, l’11 luglio, altre 32 associazioni, durante un convegno, accolgono l’appello del Tavolo e rilanciano un grido forte e appassionato per la vita, sempre degna di essere vissuta. Il 12 luglio il cardinale Gualtiero Bassetti, in un’intervista ad Avvenire, esprime un fermo no alle ipotesi di «morte medicalmente assistita» e lancia un accorato appello alla politica perché lavori piuttosto sull’estensione dell’accesso alle cure palliative, vera risposta alla sofferenza estrema. È una riflessione insieme umana, evangelica, culturale e giuridica quella che il cardinale Bassetti offre in quella intensa intervista, concessa subito dopo la consumazione della tragedia di Vincent Lambert.
Come ha ben sottolineato il giurista Alberto Gambino, in una recente intervista ad Avvenire, «tutto il discorso su eutanasia e suicidio assistito nasce da casi limite, sui quali non possiamo emettere un giudizio finale. Ma il rischio è che queste situazioni solitarie orientino tanti altri pazienti verso il modo più energico e dirompente per terminare la loro esistenza, soprattutto in un tempo di risorse scarse come quello in cui stiamo vivendo». Il Tavolo per la famiglia e la vita ha accolto l’appello del cardinale Bassetti e ha organizzato un evento di riflessione sulla autentica dignità della morte e del morire per l’11 settembre al centro congressi Cei (via Aurelia 796). Oltre 50 associazioni hanno già accolto l’invito a partecipare. Il momento centrale sarà proprio la relazione del cardinale, a cui seguirà un dibattito con tutte le associazioni che hanno aderito e che in queste ore continuano ad aderire, con uno straordinario spirito di unità e comunione. Come ha affermato Papa Francesco, parlando il 2 settembre agli oncologi italiani, «la tecnologia non è al servizio dell’uomo quando lo riduce a una cosa, quando distingue tra chi merita di essere curato e chi invece no. La pratica dell’eutanasia solo apparentemente si propone di incentivare la libertà personale. In realtà l’eutanasia si basa su una visione utilitaristica della persona, la quale diventa inutile o può essere equiparata a un costo. Al contrario, l’impegno nell’accompagnare il malato in tutte le fasi del decorso contribuisce a creare una cultura e delle prassi più attente al valore di ogni persona».
9 settembre 2019