Cattolici ed evangelici, “Ri-uniti sotto la stessa Croce”

Tornata la Via Crucis ecumenica, a cura delle parrocchie della IV prefettura. Un cammino di due ore, «per ricordare che tutti siamo pellegrini verso il Padre»

Tanti i fedeli che venerdì 24 marzo hanno partecipato a “Ri-uniti sotto la stessa Croce”, la Via Crucis ecumenica organizzata per la prima volta dalle cinque parrocchie della IV prefettura del settore Centro della diocesi di Roma. Partita dalla basilica dei Santi Vitale e Compagni Martiri in Fovea, in via Nazionale, la processione ha percorso le vie del centro di Roma sostando in preghiera nella chiesa armena di San Nicola da Tolentino, nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, nella parrocchia San Camillo de Lellis, per concludersi nella Chiesa Evangelista Luterana di via Sicilia.

Tornata per le strade dopo lo stop imposto dalla pandemia, la Via Crucis ecumenica ha alle spalle una lunga storia. Da 26 anni la parrocchia San Camillo De Lellis organizza questo rito quaresimale «per le strade del quartiere Ludovisi-Sallustiano, invitando anche le comunità non cattoliche della zona – ha spiegato il parroco padre Sergio Palumbo -. Quest’anno, in sintonia con il cammino sinodale diocesano, si è pensato di promuoverla a livello di prefettura, coinvolgendo tutte le chiese, comprese quelle appartenenti ad altre confessioni». I testi della Via Crucis, il cui tema “Ri-Uniti sotto la stessa Croce” è stato scelto proprio per dare un ulteriore segno di sinodalità, sono stati preparati dalle comunità delle chiese partecipanti che hanno voluto percorrere questo cammino insieme dopo tre anni di sosta forzata, a causa di una pandemia che «ha provato a distanziarci, ad abbatterci, a volte, a dubitare persino dell’esistenza di Cristo – le parole di padre Sergio nella preghiera finale -. Ma “Ri-uniti” più di prima e sotto la stessa croce, preghiamo per questa assurda e ingiusta guerra in Ucraina, unendoci alle famiglie che hanno perso tutto, per le popolazioni della Turchia e della Siria duramente colpite dal terremoto e imploriamo il dono della pace».

Un cammino di due ore per andare al cuore del messaggio evangelico, partendo «proprio dal centro di Roma, sede universale della Chiesa, per ricordare che tutti siamo pellegrini verso il Padre – ha aggiunto il parroco di Santa Maria ai Monti don Francesco Pesce, che è anche incaricato dell’Ufficio per la pastorale sociale, del lavoro e cura del creato della diocesi di Roma -. Il centro è sempre pullulante di turisti, ma l’uomo moderno non deve essere solo un visitatore delle bellezze di Roma, deve farsi pellegrino, nella certezza che anche in questi tempi cupi il Signore manderà un cireneo».

via crucis ecumenica, 24 marzo 2023Quella partita da via Nazionale e giunta in via Sicilia, dopo aver attraversato la Salita di San Nicola da Tolentino e piazza della Repubblica, «è una Croce che cammina nel deserto – ha affermato don Elio Lops, parroco di Santi Vitale e Compagni Martiri in Fovea -. Il centro è completamente desertificato di una presenza cristiana. Passiamo per questi luoghi ogni giorno abitati da tanti turisti e la sera animati dalla movida ma dove i cristiani sono sempre meno. Una frustrazione che viviamo con i fratelli luterani e armeni, per questo ci uniamo per testimoniare Cristo, per metterlo al centro». Anche per Michael Jonas, pastore della Comunità evangelica luterana di Roma, «è stato importantissimo dare pubblicamente questa testimonianza di unità. In queste settimane, inoltre, è stato molto bello lavorare tutti insieme per organizzare questa Via Crucis che, pellegrinando tra i turisti a passeggio, ha voluto dare un segnale della presenza di Gesù tra noi».

27 marzo 2023