Catechesi, l’opportunità di un maggiore coinvolgimento delle famiglie
Il direttore dell’Ufficio diocesano don Cavallini offre alcune indicazioni che integrano la nota inviata dal Vicariato a tutti i parroci. La possibilità di una catechesi da vivere a casa, con i genitori
Dopo la nota dell’Ufficio catechistico della Cei, con le linee guida per la ripresa delle attività pastorali, e la nota inviata dalla segreteria generale del Vicariato a tutti i parroci di Roma, anche il direttore dell’Ufficio catechistico diocesano Andrea Cavallini invia «alcuni suggerimenti relativi alla catechesi. Oltre alle norme generali – spiega – la catechesi ai bambini e ai ragazzi, per via del numero, richiederà qualche attenzione peculiare. Ci riferiamo quindi soprattutto a questa».
Il principio generale è che «la catechesi si fa in presenza», afferma Cavallini, nel rispetto delle norme per il contenimento del coronavirus. In concreto, «ogni parrocchia valuterà la propria situazione sulla base degli spazi di cui dispone, del numero dei bambini e ragazzi e del numero dei catechisti e si regolerà di conseguenza». Se per alcuni, quindi, sarà possibile continuare come negli anni passati, «altri dovranno modificare i giorni della settimana in cui si fa catechismo, altri ancora dovranno prevedere una turnazione», e così via.
Per tutti, il momento «più “certo”» di incontro reale con gli altri sarà la Messa domenicale, osserva il direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, invitando a tenere in conto la possibilità di “spalmare” i diversi gruppi di catechismo invitandoli a partecipare all’Eucaristia in orari diversi. Nel caso dei bambini poi «potrebbe essere una buona occasione per invitarli a vivere la Messa insieme con la propria famiglia invece che con il gruppo».
Riguardo ai percorsi e ai contenuti della catechesi vera e propria, Cavallini sottolinea che «quest’anno non è possibile fare un programma dettagliato a lunga scadenza», invitando a muoversi comunque attorno ai «quattro pilastri della vita cristiana», vale a dire «fede, liturgia, carità e preghiera», che «sono anzitutto quattro esperienze che i catechisti fanno fare ai bambini e ai ragazzi». L’indicazione offerta è quella di «puntare all’essenziale», immaginando «un percorso minimo, eventualmente da ampliare». Per quanto riguarda gli spazi, «quest’anno va sempre privilegiato l’uso dello spazio esterno, sia parrocchiale che non». Via libera, dunque, a incontri e riunioni nei parchi, in case private con giardino o in luoghi significativi per la vita della città. Se invece si è costretti a rimanere all’interno delle sale parrocchiali, il suggerimento è di «apporre in ogni stanza un cartello con l’indicazione della capienza dell’ambiente», areando e igienizzando i locali al termine di ogni attività.
Ancora, i catechisti sono invitati a tenere un registro delle presenze agli incontri – «ovviamente in modo non palese e senza fare un appello scolastico» -, per monitorare i contatti nel caso in cui qualcuno dovesse risultare positivo al Covid-19. Probabilmente, osserva Cavallini, l’obbligo del distanziamento renderà impossibile a molte parrocchie la gestione ordinaria del catechismo, imponendo una divisione dei gruppi in sottogruppi più piccoli, per la quale si propongono due criteri. Il primo: «I sottogruppi devono essere stabili e durare tutto l’anno». Secondo: va privilegiata la possibilità di tenere insieme «bambini e ragazzi che hanno già contatti abituali».
Tutto questo, osserva il direttore dell’Ufficio diocesano, offre «una possibilità in più di coinvolgimento delle famiglie, in vari sensi». Anzitutto, «si può chiedere aiuto ai genitori per la catechesi in parrocchia» ma si può anche chiedere «ai più preparati e disponibili» di «fare catechismo a casa propria ai loro figli e a un piccolo gruppetto di bambini, che magari sono amici o compagni di classe», preparandoli a ricevere la prima comunione. È possibile anche proporre «una vera e propria catechesi familiare, suggerendo alle famiglie «un buon testo da leggere insieme, genitori e figli». Concretamente, «se si divide il gruppo di catechesi in due sottogruppi più piccoli che partecipano a settimane alterne – spiega Cavallini -, nella settimana in cui i bambini non hanno l’incontro in parrocchia si può proporre loro uno schema semplice di incontro da vivere in casa con la propria famiglia». Ad esempio, «la rilettura del Vangelo della domenica precedente e una preghiera».
9 settembre 2020