Cast d’eccezione per il Concerto di Natale in Vaticano

Attese Patti Smith, Annie Lennox, Noa e tanti altri artisti per la 25ª edizione, il 16 dicembre in Aula Paolo VI. Il flautista Griminelli: «Che emozione incontrare il Papa»

“Il Concerto di Natale” compie venticinque anni e ritorna in Aula Paolo VI sotto il patrocinio della Congregazione per l’Educazione cattolica, per accompagnare, ancora una volta, la tradizionale cena della vigilia di Natale del pubblico televisivo. L’evento, prodotto dalla Prime Time Promotions, verrà trasmesso da Canale 5 in prima serata infatti, la sera del 24 dicembre, con la conduzione di Jerry Scotti, ma la registrazione avverrà sabato 16 (per informazioni sulla partecipazione all’evento e acquisto dei biglietti: www.concertodinatale.it,tel. 06.68136738). Lunga la lista di artisti che si esibiranno con canzoni della tradizionale natalizia, brani sacri o grandi successi del loro repertorio: dalla “sacerdotessa del rock” Patti Smith (USA), all’ex voce degli Eurythmics Annie Lennox (Scozia); da Noa (Israele), da sempre impegnata nel dialogo inter religioso, a Imany (Francia), nome d’arte di Nadia Mladjao che significa “fede” nella lingua Swahili,; dal ballerino di flamenco Joaquín Cortés (Spagna), all’attrice e cantante Lola Ponce (Argentina) lanciata con “Il Gobbo di Notre Dame de Paris” di Cocciante. Attesi ancora Hevia (Spagna) con la sua cornamusa, che si esibirà in duetto con Enrico Ruggeri, Al Bano, Alex Britti, Suor Cristina, Gigi D’Alessio, Fabio Armiliato, Giò Di Tonno, Andrea Griminelli, Syria, oltre ai cori Cheryl Porter & Hallelujah Gospel Singers (Usa), Art Voice Academy (Italia), il Piccolo Coro di Piazza Vittorio (Italia). Tutti accompagnati dall’Orchestra Sinfonica Universale Italiana diretta dal maestro direttore e concertatore Renato Serio, per rendere ancor più solenni le esibizioni.

La varietà del cast rispecchia il tema di fondo del Concerto, ovvero la promozione di una cultura dell’incontro tra religioni per la pace, attraverso artisti di ogni nazione, cultura, religione, espressione musicale. Come avviene ormai da undici anni, l’evento è promosso dalla Fondazione Don Bosco nel Mondo, l’organismo della congregazione salesiana che si occupa di reperire risorse per sostenere i progetti dei missionari salesiani nei quattro angoli della terra. Ma quest’anno il Concerto sostiene anche l’attività della Fondazione pPontificia Scholas Occurrentes, un’istituzione cara a Papa Francesco che l’ha creata per promuovere nelle scuole pubbliche e private di tutto il mondo la cultura dell’incontro per la pace attraverso l’educazione. Il progetto proposto dalla Fondazione Don Bosco è rivolto alla liberazione dei bambini che in Congo lavorano in condizioni di semi schiavitù per l’estrazione del coltan, il minerale necessario per la costruzione dei computer e degli smartphone. Il progetto sul quale richiama l’attenzione la Fondazione Scholas è finalizzato invece al contrasto del cyberbullismo attraverso l’educazione dei gestori e degli utenti a un uso corretto degli strumenti di comunicazione elettronica e informatica. A questi due progetti verranno destinati i ricavi di biglietteria, così come le donazioni che perverranno al numero di sms solidale 45549. A spiegarli durante lo show, don Davide Banzato, della Comunità Nuovi Orizzonti, noto al pubblico televisivo.

Musica e solidarietà quindi, come 25 anni fa. «Era infatti il 1993 quando il cardinale vicario Camillo Ruini, lanciando il progetto “50 chiese per Roma 2000” in preparazione al Grande Giubileo, ci invitò a pensare a un evento che potesse dare una mano alla raccolta dei fondi necessari a costruire nuovi luoghi di culto nelle periferie romane – dichiara Eligio Ermeti, Presidente della Prime Time Promotions che produce l’evento -.  Oggi, a 25 anni di distanza, sotto l’egida della Congregazione per l’Educazione cattolica, il Concerto ritorna in Aula Paolo VI, da dove era partito, avendo mantenuto fede sia al suo format artistico sia alla sua missione solidale».

E mentre la scaletta è ancora in via di definizione, gli artisti fremono anche per l’incontro con Papa Francesco, programmato a ridosso del 16 dicembre. Tra loro, Andrea Griminelli, falutista emiliano acclamato in tutto il mondo, che si esibisce regolarmente in tour sia in recital per flauto e pianoforte sia come solista con orchestra nelle principali città di India, Sud America, Stati Uniti, Italia, Europa, Sud-Est Asiatico e Giappone. Griminelli, che ha collaborato con Luciano Pavarotti, Elton John, James Taylor, Bradford Marsalis e con il leggendario Ian Anderson leader dei Jethro Tull, ha al suo attivo un Grammy Award (nel 1989 per il cd “Live in Modena, Piazza Grande”) e torna per la sesta volta al Concerto di Natale in Vaticano, ma l’emozione di incontrare il Papa rende speciale questa attesa. «Quello dell’incontro con Papa Francesco è un valore aggiunto. Saremo ricevuti in udienza privata e spero di riuscire a raccontargli qualcosa», confida il flautista. E a proposito del Concerto aggiunge: «Dobbiamo ancora scegliere i brani ma sicuramente farò due duetti, probabilmente una Ave Maria sacra e un brano più originale del Natale. Ricordo che quando da bambino suonavo il flauto dolce in chiesa a Correggio, dove sono nato, amavo “Bianco Natale” e “Adeste Fideles”».

Griminelli, di formazione classica, è abituato alle contaminazioni leggere e la musica lo ha sempre aiutato anche culturalmente a superare qualunque barriera: «Mi piace avere nuovi feedback da culture diverse, non solo dalla musica classica ma anche dal folklore dei Paesi dove vado a suonare. Recentemente mi è capitato in Giappone, oppure ho appena fatto un cd con dei musicisti colombiani. Quando ero studente ero più rigoroso, non mi sognavo neppure di ascoltare rock o jazz, ma poi Pavarotti, che considero un po’ il mio padrino, invitandomi alle sue iniziative del Pavarotti & friends, mi ha aperto agli altri artisti di generi diversi e ho iniziato a collaborare con loro. Tutt’ora Sting è uno dei miei migliori amici».

7 dicembre 2017