Case famiglia a Roma, 5 domande ai candidati Raggi e Giachetti

A pochi giorni dal ballottaggio tra i due aspiranti sindaco, il coordinamento delle strutture per disabili e minori in difficoltà interroga i candidati

A pochi giorni dal ballottaggio tra i due aspiranti sindaco della Capitale, il coordinamento delle strutture per disabili e minori in difficoltà interroga i candidati

Cosa farebbe Virginia Raggi per le case famiglia di Roma? E cosa invece ha in mente Giachetti? A pochi giorni dal ballottaggio tra i due aspiranti sindaco della Capitale, il 19 giugno, ci pensa il coordinamento della case famiglia per minori e disabili “Casa al plurale” a proporre un terreno di confronto concreto e non ideologico, invitando Giachetti e Raggi a una “interrogazione last minute”. Cinque le domande poste ai due candidati.

Rette e rischio chiusura. La prima domanda riguarda i fondi destinati a queste strutture. «Il Comune di Roma attualmente stanzia per le case famiglia la metà di quel che serve – rammenta Casa al Plurale, facendo riferimento al suo Studio sui costi standard delle comunità di accoglienza -. Per le persone con disabilità il Comune di Roma stanza 15 milioni di euro, mentre quello di Torino 60 milioni. Al momento a Roma ci sono 400 persone in lista di attesa. A Torino nessuno. Inoltre, se dovessimo usare solo i soldi stanziati dal Comune, un operatore sociale guadagnerebbe 3,86 euro netti per ogni ora lavorata. Per non parlare delle rette per i minori: in questo caso, il compenso sarebbe pari a 1,54€». Di fronte a queste cifre, «cosa intendete fare – chiede il coordinamento ai due candidati – per risolvere il problema della scarsità di fondi e scongiurare il conseguente rischio chiusura delle strutture romane che accolgono 380 persone con disabilità e oltre mille minori e decine di donne con bambino in difficoltà?».

Integrazione sociosanitaria. Sociale e sanitario devono andare insieme: facile a dirsi, ma nessuno per ora è riuscito a farlo. Ma è «fondamentale mettere insieme le risorse e ricomprendere, nei livelli essenziali di assistenza, le case famiglia. Diciamo con forza NO alla sanitizzazione del trattamento – scrive il coordinamento – e, con ancora più forza, diciamo NO all’ipotesi di aprire nuovi “casermoni” o Rsa (residenze sanitarie assistenziali)». Di fronte a questa necessità, «cosa pensano i candidati? Quanto ancora dovremo aspettare per rimettere al centro la dignità della persona e individuare un sistema allargato di governo con soggetti pubblici, privati e sociali?»

Progetti personalizzati. «Vorremmo progetti diversi per ogni persona, con definizione del budget personalizzato su ciascuno – afferma il coordinamento -. Questo determinerebbe un grosso risparmio economico e rappresenterebbe il modo più corretto di spendere le risorse pubbliche». La domanda è: «Il Comune di Roma è pronto a questa rivoluzione copernicana?».

Diritto alla felicità. Casa al Plurale fa qui riferimento alle parole pronunciate da Papa Francesco domenica scorsa, 12 giugno, in occasione del Giubileo dei malati e dei disabili. «Si ritiene che una persona malata o disabile non possa essere felice. Il mondo non diventa migliore perché composto soltanto da persone apparentemente “perfette”, ma quando crescono la solidarietà tra gli esseri umani». E su questo il coordinamento interroga i candidasti: «Vi sentite pronti a essere responsabili della felicità di chi è più fragile? Anche se quella felicità ha un costo?».

Responsabilità. Il sindaco è responsabile dei minori abbandonati: lo dice la legge, lo rammenta Casa al Plurale. «Noi accogliamo queste persone in nome e per conto del sindaco – ricorda -. Siamo favorevoli all’affido e all’autonomia, ma non è cosi per tutti: non tutti i ragazzi possono andare in affido – ne accogliamo tanti rifiutati da tutti – e così pure non tutte le persone con disabilità potrebbero vivere a casa propria. Occorrono risposte diverse per persone diverse». Allora, che farebbe il candidato per queste persone: «Sarà al fianco di questi suoi concittadini e di chi li rappresenta nei prossimi 5 anni, sentendosi fino alla fine responsabile?».

16 giugno 2016