Casal Bruciato, Raggi: rom hanno diritto a casa

Visita alla famiglia assegnataria di un alloggio popolare. Continua la protesta davanti al palazzo. L’invito del vescovo Palmieri all'assemblea diocesana

«Il problema nasce perché si tratta di una famiglia rom». Gianpiero Palmieri, vescovo ausiliare di Roma, risponde così ai giornalisti che lo interpellano davanti a via Satta, a Casal Bruciato, periferia est di Roma, dove oggi, 8 maggio, prosegue per il terzo giorno consecutivo il presidio di protesta di alcuni residenti e militanti di estrema destra contro l’assegnazione di un alloggio popolare ad una famiglia rom proveniente dal campo nomadi della Barbuta.

Il vescovo, insieme al direttore della Caritas diocesana, don Benoni Ambarus, si è recato a far visita alla famiglia rom che vive di fatto assediata da oltre 48 ore nel palazzo del quartiere romano. «Domani il Papa – ha detto ancora Palmieri – incontrerà il mondo dei rom, noi li abbiamo invitati la sera quando la Chiesa di Roma incontrerà il Papa a San Giovanni; loro sono musulmani ma hanno apprezzato molto questo invito, ci faranno sapere se accetteranno. È una situazione complessa, in questo momento sono molto spaventati».

«Siamo spaventati, speriamo di resistere». È quanto la famiglia nomade assediata a Casal Bruciato ha detto a don Ambarus. «Ci hanno detto che speravano iniziasse finalmente una nuova vita per loro dopo 20 anni nei campi. Stanno cercando di capire cosa succederà. Sperano di poter resistere», ha aggiunto il direttore Caritas.

In visita alla famiglia anche il sindaco di Roma Virginia Raggi, che uscendo dal palazzo ha detto ai giornalisti: «Questa famiglia risulta legittima assegnataria di un alloggio. Ha diritto di entrare e la legge si rispetta. Siamo andati a conoscerli e sono terrorizzati. Abbiamo avuto modo di far conoscere questa famiglia ad alcuni condomini. Chi insulta i bambini e minaccia di stuprare le donne forse dovrebbe farsi un esame di coscienza. Non è questa una società in cui si può continuare a vivere».

Virginia Raggi è uscita scortata dall’abitazione della famiglia nomade bersagliata dalle proteste dei manifestanti. “Vergogna”, “lercia” e altri pesanti insulti sessisti sono stati rivolti alla prima cittadina, che a fatica ha raggiunto l’auto per andare via protetta dalle forze dell’ordine. Sotto lo stabile, presidiato da uomini e mezzi delle forze dell’ordine, è presente un gazebo con alcuni militanti di CasaPound. Per oggi pomeriggio di fronte al palazzo sono attese due manifestazioni: alle 16 i movimenti per il diritto all’abitare e alle 17 quella del movimento di estrema destra.

8 maggio 2019 – aggiornato alle 15