Carlo Maria Viganò accusato di scisma
Il cardinale segretario di Stato vaticano Parolin: «Dispiace tantissimo. Era un esempio anche quando è stato nunzio apostolico. Deve rispondere dei suoi atteggiamenti»
«Dispiace tantissimo». Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha commentato così la notizia della convocazione di monsignor Carlo Maria Viganò, già nunzio apostolico negli Stati Uniti, convocato dal dicastero per la Dottrina della fede per rispondere del delitto di scisma. «L’ho sempre apprezzato come un grande lavoratore e molto fedele alla Santa Sede. Era un esempio, anche quando è stato nunzio apostolico ha lavorato estremamente bene. Cosa sia successo, non lo so», ha detto rispondendo ieri, 20 giugno, alle domande dei giornalisti a margine della presentazione dell’opera “Il cardinale Celso Costantini e la Chiesa”, alla Pontificia Università Urbaniana.
Nelle parole del porporato, «se è stato chiamato davanti al dicastero per la Dottrina della fede per rispondere del delitto di scisma, ha assunto alcuni atteggiamenti a cui è evidente che debba rispondere. Mi pare sia normale che il dicastero abbia preso in mano la situazione e che stia svolgendo le ricerche necessarie per approfondire la questione», ha concluso.
A diffondere il testo del decreto attribuito al dicastero pontificio è stato lo stesso Viganò, pubblicandone uno stralcio su X. «Prendere nota delle accuse e delle prove circa il delitto di scisma di cui è accusato (affermazioni pubbliche dalle quali risulta una negazione degli elementi necessari per mantenere la comunione con la Chiesa cattolica: negazione della legittimità di Papa Francesco, rottura della comunione con Lui e rifiuto del Concilio Vaticano II)», queste le parole riportate nel post.
21 giugno 2024